Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Recensiotii monachese del Konnerth, risale al 1914 ed è, almeno in Italia, pressoché irreperibile. Gli scritti di Fiedler sono ormai da tempo ritenuti dei classici dell'estetica contemporane·a: come infatti, già nei primi del novecento, era stato rilevato dal Croce, e come è stato recentemente confermato dal Morpurgo Tagliabue, nella sua fondamentale opera L'Esthétique contemporaine, in una prospettiva storica certo più ampia e consapevole di quanto non potesse essere quella del Croce, Fiedler è senza alcun dubbio uno dei maggiori studiosi europei · dei pro·blemi dell'arte della seconda metà dell'ottocento, e le sue dottrine sono state così feco,nde che, come nota Morpurgo Tagliabue, « ont donné naissance à tout un courant de gout qui, à un certain moment, est sorti de la théorie pour passer sur le _plan de l'application, pratique, grace aux artists, aux historiens, aux critiques, aux dilettantes, aux techniciens ». Ciò che è stato riconosciuto anche da Ragghianti, nel suo denso saggio posto come prefazione al volume, in cui l'autore sostiene che le dottrine fiedleriane hanno conservato· una vitalità, anche se parziale « pur nella deformazione e nell'assorbimento che hanno avuto nell' Einfiihlung e nelle varie teorie psicologic~formalistiche ed anche comportamentistiche e fenomenologiche»; proponendo, quindi, di scorgere l'influenza del pensiero di Fiedler in una trama di rapporti sempre pit1 vasta, cl1e può darci ancor di più la misura della importanza del pensatore sassone. A Fiedler infatti, oltre che, per certi aspetti, all'Einfuhlung, si riallacciano i rappresentanti del formalismo figu- . rativo, da von Hildebrand, che con Fiedler ebbe rapporti molto stretti, a Woefflin, a Berenson e Venturi. E non solo questi, ma anche alcuni movimenti artistici d'avanguardia del novecento si ricollegano al Fiedler, e stanno a provare con la loro stessa esistenza storica, quanto sia stretta, anche nel campo dell'arte, la relazione ed il ricambio reciproco di teoria e prassi. No·n gjà che questi ultimi si ricolleghino alle teorie fiedleriane per diretta filiazione, ma è certo che sarebbero senza di queste inspiegabili la pittura di Kandinskij e di Mond~ian, per citare alcuni esempi, e le poetiche che si formarono nei gruppi della Neue Kunstvereinigung e del Blaue Reiter, quelle di Kandinskij, di Schoenberg, il quale, a sua volta, deve esser messo in relazione col caposcuola del formalismo musicale, Hanslick, la cui teoria si è soliti considerare come il pendant di quella di Fiedler nell'estetica musicale. Le premesse visibilistiche, infatti, se svilup·pate coerentemente, possono- dare legittimità ·ad una poetica del non-figurativo, proposta in funzione di composizioni caratterizzate da un linguaggio basato su puri rapporti grafici e cromatici, che valgano da soli ad esprimere e suscitare effetti psichici, modificazioni emozionali, effetti questi teorizzati da quegli artisti, che, col fo,rmalismo, accettarono nelle loro poetiche alcune premesse dell'Einfiihlung. · Ma se Fiedler fu il primo a porre il limite dell'arte figurativa, o meglio, a stabilirne il dominio nell'ambito della « pura visibilità », egli non fu certo un profeta dell'astrattismo, legato com'era all'arte del Rinascimento; tuttavia questo non gli impedì di escludere che fossero determinanti, quanto all'essenza dell'arte, i fattori contenutistici, di riferimento alla· realtà naturale, 99 Bibliotecaginobianco

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