Calogero Muscarà due, l'una: o si intende portare sulle poche spiagge non accaparrate dagli alberghi la massa dei turisti « _poveri », e all?ra la. crisi del turismo di lusso è destinata a peggio·rare; o si vuol conservare al Lido la fisionomia che lo differe11zia dalle prossime spiagge di Sottomarina e di Jesolo, e allora la « sopraelevata » non serve a nulla. Nessuno nega che la risoluzione del problema delle comunicazioni con la terraferma sia vitale. Si nega, invece, che esso possa risolversi ispirandosi ad una contrapposizione tra Venezia e Mestre, e senza prima stabilire in quale direzio-ne si intende far sviluppare l'economia della città e delle sue parti. Le due anime di Venezia non sono quella lagunare e quella di terraferma; il problema non è di arrestare lo sviluppo di Mestre per frenare l'esodo da Venezia o, viceversa, quello di abbandonare la città antica alla propria sorte, come un fardello pesante di cui bisogna disfarsi per non compromettere le fortune di Mestre. Mestre è ancora una sterminata periferia urbana, senza city e senza classe dirigente: un dormitorio per i veneziani, un'occasione di lavoro per i transfughi della campagna. Marghera - una zona industriale con 30.000 addetti - è senza cervello: le fila delle sue attività si annodano a Milano o a Roma. Le co-municazioni con Venezia sono vitali per la terraferma quanto quelle con la terrafern1a lo sono per Venezia. La grande vera co,ntraddizione q.i oggi è, ancora una volta, il contrasto tra Venezia ed il Veneto. Si crede che le due città veneziane siano Venezia e Mestre e ci si affanna a contrapporre l'una all'altra; e invece le due città sono la Venezia extraregionale e quella regionale, quella che non ha legami con la regione e quella che ne ha troppo pochi. C'è un turismo internazionale e nazionale diretto verso la città antica e verso il Lido, che fa vivere artigianato e commercio locali. Ma il turismo regionale fugge da Venezia: le sue grandi alternative sono Jesolo e Caorle verso nord-ovest, Sottomarina e le spiagge del « delta » verso sud-est. C'è una grossa industrializzazione di base a Marghera, che attinge mano d'opera nell'area rurale circostante, ma non trova punti di contatto con il recente sviluppo regionale dell'industria leggera. C'è un porto commerciale, a retroterra prevalentemente veneto, per cereali, fertilizzanti, oli minerali. E intanto, per le industrie del Veneto, o non esiste un porto, perché non si conoscono le possibilità di una esportazione via mare, o, se esiste un porto, questo è quello di Genova. ,,. Venezia è il centro della vita amministrativa regionale, ma le 96 BibliotecaGino Bianco
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