L'unificazione delle sinistre democristiane non hanno tradizione di potere nella DC e saper fare uso di questo è determinante per sconvolgere le maggioranze, o ridurre ai margini le opposizioni in un partito di massa. Un puro e semplice discorso di buon livello intellettuale non basta certo a capovolgere i rapporti di forza in sezioni e federazioni abituate a far riferimento, in una rete di rapporti, di interessi, di legami, di abitudini, ad un leader e al suo apparato. L'unità, per basisti e sindacalisti, non è d'altra parte solo un'occasione per sommare il voto dei rispettivi aderenti, ma può rappresentare una « formula-forza », capace di raccogliere tutte le energie deluse, gli scontenti della politica della maggioranza, i dissenzienti fanfaniani di oggi e forse morotei o addirittura dorotei di domani. Il calcolo si è dimostrato, almeno parzialmente, esatto, perché, infatti, hanno aderito a Forze nuove non solo i gruppi giova11ili, ma anche figure di indubbio, prestigio come Ardigò - uno degli oratori più ascoltati nelle assemblee ideologiche della DC - o uomini di partito dall'indubbio seguito come l'on. Gagliardi - tra i più votati nel collegio di Venezia - o come Carghi, ex dirigente fanfaniano della DC emiliana. * * * Al Congresso di Roma le sinistre puntano - grazie alla proporzionale - alla conquista del venti per cento dei voti espressi in assemblea. È un O'biettivo che ha valore solo rispetto a un disegno politico; e questo, per Forze nuove, non può consistere altro che in una precisazione del proprio, ruolo nel partito. Sindacalisti e basisti tenteranno di qualificarsi svolgendo un discorso che mira a conseguire due risultati di fondo: 1) la difesa del contenuto della formula di centro-sinistra; 2) l'apertura di un dialogo congressuale con l'on. Moro. Il primo obiettivo sarà ricercato con una difesa intransigente delle riforme; il secondo rispecchia la vecchia idea basista di una sinistra che sia la leva ideale del movimento nel senso di sollecitare e, quindi, spostare le energie illun1inate: quel tanto di « liberale », cioè, che è nella classe dirigente democristiana. Unite, dopo essere state per tanto tempo strumento di giochi di potere, Base e Rinnovamento tenteranno di fornire una lezione di coerenza e di impedire una nuova versione del trasformismo ai vertici del partito. Si proveranno, cioè, a comporre un gioco politico che condizioni la maggioranza del congresso. Lo spostamento dei fanfaniani e il coacervo della maggioranza doro tea forniscono loro un margine sicuro di discorso congressuale : se Fanfani - dichiarava recentemente Giovanni Galloni - punta sul 89 Biblioteca Gino Bianco
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