Ennio Ceccarini accordo con la maggioranza del partito e se la rapprese11tanza di tutto l'arco di sinistra gli conferiva maggior forza di contrattazione, non per questo si riteneva vincolato alle esigenze strategiche e ai principi programmatici delle due sinistre minori. L'ultima testimonianza di questa tattica si è avuta al Consiglio nazionale democristiano del luglio 1963, quando i fanfaniani proposero alla Base e a Rinnovamento la rottura della maggioranza di Napoli - come reazione al « congelamento » degli impegni governativi imposto dai dorotei insieme alla tesi sugli « errori di direzione politica» compiuti da Fanfani - senza però un preventivo accordo- sulle più immediate scadenze politiche (dal Congresso alla direzione del partito) e senza nessun impegno• unitario. Va aggiunto, per inciso, che Rinnovamento, ancor piu della Base, e soprattutto nel periodo immediatamente successivo al Co·ngresso di Firenze, è stata vittima di questo atteggiamento strumentale. La liquidazione del difficile rapporto con Fanfani, l'autonomia tispetto alla sua linea di condotta, la cl1iarificazione intervenuta anche sul terreno politico grazie allo spostamento a destra dell'ex premier del centro-sinistra rappresentano, a nostro av,riso, una delle prime e fondamentali ragioni per cui si è giunti a Forze nuove. Una seconda ragione è data, come abbiamo già visto, dalle modifiche intervenute all'interno della Base e di Rinnova111ento e, soprattutto, dalla vittoria, almeno momentanea, dei « politici » nell'ambito della corrente sindacalista. Naturalmente le diffidenze che hanno diviso le due correnti non sono tutte cadute, ma le differenze ai vertici si sono considerevolmente ridotte: è cresciuta nei sindacalisti la consapevolezza del ruolo insostituibile delle forze politiche, si è sviluppato tra i basisti il discorso sui contenuti programmatici della formula di centrosinistra. E, infine, si è fatta strada, in entrambe le correnti, la convinzione che era necessario unire le forze per avere peso nella vita del partito. Divise, Base e Rinnovamento, non solo sono più facilmente strumento di manovre condotte da altre forze, ma -- di fronte alla marea montante dei dorotei, antichi e nuovi - rischiano di sparire o di essere ridotte a percentuali trascurabili. Il pericolo minacciava sopratutto la Base, indebolita dall'uscita di Sullo e senza sostegni di forze collaterali. Esisteva, forse, la possibilità di colmare il vuoto aperto· dalla secessio,ne dell'ex ministro dei Lavori pubblici con un'efficace opera di erosione di certo elettorato fanfaniano, abituato ad essere sinistra nel partito e quindi deluso dai più recenti atteggiamenti d~l suo leader, ma si trattava di una possibilità astratta. A parte l'esperienza di Sullo, i basisti 88 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==