L'unificazione -delle sinistre democristiane per costituire Forze nuove è partita dall'ultimo Convegno dei basisti, tenuto a Roma alla metà dello scorso mese di marzo, ed è stata accolta dai sindacalisti nell'assemblea di Ladispoli (4-5 aprile). Ma il problema, così recentemente risolto, era sul tappeto da anni. Già a Firenze, nel 1959, l'unità delle sinistre sembrava nelle cose, più solida e urgente della stessa atmosfera congressuale. Quali, allora, i motivi di un così lungo processo e quali le ragioni che hanno consentito di appro,dare ad un risultato concreto? Due ci sembrano le cause preminenti del ritardo: da un lato le differenze e le diffidenze tra le correnti della sinistra, dall'altro, la strategia e la tattica del gruppo fanfaniano. Sul primo· punto non sarà necessario dilungarci dopo qua11to siamo venuti esponendo sulla storia e le caratteristiche ideali di Base e Rinnovamento. Diverse per composizione sociale, per ispirazione cultt1rale, per istintivo antago,nismo, le due correnti potevano confluire e co,mporsi solo in una grande sinistra, guidata, con riconosciuto ruolo di leader, da Fanfani. Questa prospettiva, sollecitata, malgrado le forti perplessità sull'uomo, sia da basisti che da sindacalisti, ha, di fatto, portato all'accantonamento di altri disegni ed altri tentativi per una sinistra di proporzioni piì1 limitate, ma più chiara nel suo impegno. In realtà, Fanfani non era più omogeneo rispetto alla Base o a certi gruppi di Rinnovamento di quanto, non lo fossero gli stessi dorotei ed è, in certo senso, normale - lo notava già due anni or sono, un acuto osservatore delle vicende delle sinistre democristiane 3 - che la sua pòlitica abbia costantemente evitato impegni tropo rigidi per un accordo di sinistra nel partito. C'era nell'atteggiamento fanfaniano, riguardo a questo problema, tutta l'ambiguità dei motivi che avevano portato alla scissione di Iniziativa democratica. Per anni, Fanfani ha occupato una posizione che lasciava molti dubbi sulle sue reali intenzioni, che poteva ugualmente preludere sia ad una ricucitura, in chiave conservatrice, dei due tronconi di Iniziativa, sia ad una separazione ancora più radicale. La mancanza di una prospettiva limpida d'azione veniva coperta con una tattica che non rifiutava, formalmente, la possibilità di una conclusione unitaria dei rapporti tra le forze di sinistra, ma che, intanto, mirava al sodo e, cioè, al controllo elettorale e di schieramento di tutta la mino,ranza di Firenze. Infine, questo controllo non si accompagnava al rispetto delle richieste di fondo avanzate dalla Base e dalla maggioranza dei sindacalisti: Fanfani, infatti, era sempre p·ronto· ad un 3 F. BRIATICO: Morte e vita della sinistra dc, in « La democrazia», n. 4-5, maggio 1%2, pgg. 21-22. 87 BibliotecaGino Bianco
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