.. L'unificazione delle sinistre democristiane mazione come discriminante autentica tra conservazione e progresso. Il vecchio bagaglio aclista - inizialmente egemone nell'ideologia di Rinnovamento - veniva quindi rifiutato nei suoi aspetti più tradizionali e « cattolici »: il neutralismo rispetto alle scelte economiche, la pretesa di costituire, in virtù dell'interclassismo, un'alternativa ai grandi sistemi sociali moderni, il sostanziale conservatorismo. èresceva, così, nella corrente, la capacità di contribuire all'analisi dei motivi più profondi che avevano spinto la DC al centro-sinistra, a quello spregiudicato esame della società italiana che, specie a S. Pellegrino nel '62, gli ambienti più vivi del partito seppero condurre anche con dignità culturale. E proprio a S. Pellegrino, quell'anno, i sindacalisti furono presenti con un autorevole intervento di Giulio Pastore. Il discorso sulla qualificazione della corrente veniva ancora portato avanti in un Convegno di studio (Montecatini, 9-10 novembre 1963) svolto da un gruppo di « intellettuali, tecnici, operatori sindacali e quadri dirigenti della DC » 2 • Le conclusioni del dibattito sottolineavano l'esigenza che Rinnovamento ampliasse la sua rappresentanza « a quei gruppi sociali che, pur non muovendosi nell'ambito delle organizzazioni sindacali, rappresentano forze che non debbono essere dissociate dai gruppi operai e contadini in ascesa: gli intellettuali nelle loro varie e concrete figurazioni sociali, i tecnici del progresso economico e scientifico, i giovani imprenditori e tutti coloro che hanno la comune coscienza che non è più possibile un progresso ordinato che non sia un progresso annonico e globale della comunità, perché questo è il senso politico e storico del nostro tempo ». Dall'operaismo cristiano, insomma, e dal sindacalismo empirico, al partito della società del be,nessere, delle riforme, della programmazione. E questi concetti sono stati variamente riaffermati in altre .occasioni, sulle riviste della corrente e nei dibattiti, fino al Convegno di Ladispoli, in cui fu deciso di dare tutto il contributo organizzativo e di idee « al successo di iniziative che si ispirino alla finalità » di realizzare un'intesa tra i gruppi della sinistra. È evidente la relazione tra l'arricchimento culturale e la scelta unitaria della corrente: attraverso il discorso sul ruolo dell'intervento pubblico e della programmazione a tutti i livelli della società si sono chiarite molte ragioni di quell'istintivo, inconsapevole « stare a sinistra » · 2 Tra i firmatari delle conclusioni del Convegno, figurano i nomi di Giuseppe Bigazzi, Guido Bodrato, Angelo Detragiache, Gianhi Fogu, Giuseppe Glisenti, Ettore Massacesi, Vincenzo Saba, Vincenzo Scotti, Sergio Zoppi: tutti già partecipi delle vicende della sinistra dc e passati, successivamente, a qualificarsi in ruoli tecnici e di studio. Il Convegno sanciva, di fatto, un loro ritorno alla partecipazione politica attiva. 83 Biblioteca Gino Bianco
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