Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Franco Sansone una più profonda riforma delle mentalità attraverso la scuola, i dibattiti, le più varie iniziative culturali. . . Taranto è dunque una città segnata da profondi squilib 1 ri, nero e bianco; tesa fra il ritmo industriale, che obbedisce ai tempi di programmazione e alle esigenze della produzione, e il ritmo delle amministrazioni locali, indebitate e vincolate dall'iter faticoso della burocrazia statale. Si pensi, per fare alcuni esempi, che per il raddoppio della Bari-Taranto, limitatamente ad un tratto di 6 km. che corre tangenziale al Centro siderurgico, ci sono voluti due anni per ottenere il benestare dalla direzione dell'ANAS; che per i lavori di sistemazione del porto (si è calcolato che nel 1975 esso potrebbe registrare un movimento di circa 35 milioni di tonnellate) nessuno sa immaginare quanto tempo occorrerà per l'espletamento delle pratiche presso le varie Amministrazioni provinciali e nazionali. Alla burocrazia locale fa eco quella della capitale, ed è noto che il Mezzogiorno manca di un'Amministrazione capace, giovanile nei metodi, efficiente ed economica. Altri squilibri si avvertono nel settore urbanistico. Il piano regolatore è rimasto lettera morta, o quasi. Caseggiati di 22 piani, e alti 60 metri, contro i 36 metri regolamentari; il verde è stato mangiato dai costrutto~i, erbivori per natura; quartieri intensivi sono sorti senza che si sia tenuto conto delle esigenze di giardini, p·archeggi,. scuole e centri sociali; stabili rifiniti di tutto punto, ma ancora inabitabili perché in una zona ancora priva delle infrastrutture fondamentali. In questi mesi l'edilizia tarantina, corrie altrove, registra un periodo di fermo, di recessione. Si rende necessaria l'applicazione della· legge 167, divenuta ormai il banco di prova delle amministrazioni comunali di centro--sinistra. · Taranto, dunque, questione meridionale a parte, raccoglie i frutti di una ventennale politica governativa materiata di sussidi e previdenze varie che miravano esclusivamente ad alleviare in qualche modo, cioè nel peggiore dei modi, lo stato di nera depressione in cui versava la città (valga un solo dato: dal 1948 al 1962 i protesti cambiari sono via via aumentati da 218 milioni a 3 miliardi e 300 milioni). Qui no,n si è mai pensato a elaborare un minimo di programmazione economica, in una provincia, per giunta, che ha registrato le punte più alte dell'emigrazione dal Sud. Allo stato odierno l'impianto di un'industria « di base», tecnologicamente all'avanguardia, ha messo in crisi le vecchie strutture della città. Ad esempio, tutti quegli Enti locali creati per i corsi di addestramento professionale i cui risultati, alla prova dei fatti, si sono dimostrati tanto mediocri che la Finsider, dopo tre anni di esperienze negative, non prende neanche in considerazione il titolo di qualifica dato da tali corsi. E non va dimenticato che la preparazione della mano d'opera sta diventando il problema numero uno per l'industrializzazione del Mezzogiorno. La presenza dell'Italsider ha portato aria di crisi anche nell'Ammiragliato. L'Arsenale militare, e lo stesso dicasi della base navale militare, è vecchio di cento anni: « i suoi criteri», come si legge in un documento ufficiale della Marina Militare, « non rispondono più alle moderne esigenze non solo di 70 BibliotecaGino Bianco

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