Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Giornale a più voci amministrativa il PCI condurrà una battaglia quanto mai vigorosa, per una posta che è più alta delle altre volte; e la condurrà non solo contro i suoi tradizionali interlocutori di sinistra, ma anche contro i socialisti, i quali ormai costituiscono potenziali avversari, in quanto potenziali elementi della formula di centro-sinistra, da far valere anche come alternativa politica sul piano locale dell'Emilia e Romagna. GIAN LUIGI CAPURSO Le nuove ciminiere e i vecchi elefanti Taranto muore. Taranto cambia. Due slogans, ma anche due verità: ieri, oggi. Nella città che è forse la più depressa del più profondo Sud, la Finsider ha creato le basi indispensabili per lo sviluppo della civiltà industriale. I conti tornano. Il IV Centro siderurgico produrrà, fra non molto, due milioni e mezzo di tonnellate di acciaio; la Cementir un milione di tonnellate di cemento; la Dreher (lo stabilimento è in fase di allestimento sulla statale Taranto-Massafra) circa 350.000 ettolitri di birra; la Shell, che entro l'anno realizzerà una raffineria di petrolio, lavorerà circa 4 milioni di tonnellate di petrolio grezzo. Assistiamo, quindi, al sorgere di una considerevole struttura industriale « di base» che sarà pilotata da due « giganti», la Finsider e la Shell, seguite a ruota da altri complessi industriali. A Taranto ho visitato il complesso siderurgico, ho parlato con i dirigenti d~gli Enti Locali e con alcuni professionisti. La città presenta all'osservatore due volti: da un lato un'industrializzazione « di base», nel triangolo BariBrindisi-Taranto (o quadriangolo con Ferrandina); dall'altro· un'élite locale ancora troppo legata al mondo di ieri, talvolta ostinatamente miope, desiderosa com'è di conservare ogni possibile privilegio. La classe dirigente tarantina ha un'origine politica di tipo clientelare: dalla sezione alla sacrestia. I migliori (giovani seri e preparati che avrebbero potuto dare un contributo notevolissimo allo sviluppo della Puglia, tanto più in questo momento) o sono andati al Nord o l1anno finito per esercitare «unicamente» la loro professione, chiudendosi nel proprio guscio familiare e rinunciando all'impegno e alla polemica pubblica. Alla vecchia guardia non vi è stata alcuna alternativa. Un giovane esponente de1nocristiano, se non erro sindacalista, ha scritto sul quotidiano locale: « Si abbia il coraggio di dire agli adulti, detentori di tutte le leve di comando, di fare meno i furbi perché i giqvani hanno bisogno di costruire per il loro avvenire una società più democratica ed anche più cristiana ». E infatti il problema più attuale è l'inserimento effettivo della città, al di là di ogni retorica, nel circuito dell'economia nazionale. A tale scopo occorrerebbe preparare l'ambiente umano, attuare 69 Biblioteca Gino Bianco

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