Gian Luigi Capurso ogni dubbio dai dissesti che si susseguono ormai di giorno in giorno. Di qui, in alcuni gruppi, un sentimento di diffidenza, nei confronti della politica locale, che ha pro·vveduto ad istigare e a dare: nuova forza alla lotta per il potere all'interno del partito stesso: lotta ormai giustificata dagli scarsi risultati raggiunti dalla giùnta del sindaco Do,zza. La situazione è formalmente esplosa alla fine di gennaio con l'esonero dal suo incarico di Ma~io Soldati, segretario bolognese del Comitato cittadino del PCI. La notizia, contenuta in un laconico comunicato st1i mutamenti ·direttivi decisi dal comitato federale del P·CI a conclusione di un dibattito prolungatosi per quindici giorni, ha suscitato molto scalpore, dato il ruolo di primo piano svolto negli ultimi anni da Soldati nella azione della corrente di «Rinnovamento» del comunismo emiliano: azione iniziata alla conferenza regionale del 1959 e proseguita con fasi alterne fino alla elezione dell'esponente bolognese nel Comitato centrale del PCI, avvenuta in occasione dell'ultimo Congresso nazionale del partito. Questa azione di Soldati e dei suoi amici ha avuto i suoi aspetti più clamorosi nell'allontanamento della « vecchia guardia» dai posti di comando, nella sostituzione di quasi tutti i pr~ncipali amministratori pubblici comunisti della ·generazione « rivoluzionaria » con le nuove leve di tecnici e intell~ttuali di origine spesso « borghese », e nel tentativo di aggiornare metodi ed idee, allo scopo di aprire un dialogo con le altre forze politiche e di evitare il progressivo isolamento del partito. Nel corso del processo di trasformazione del PCI bolognese, Soldati - chiaramente seguace della corrente di Amendola ~ era venuto qualificandosi come leader della «destra» locale, che aveva i suoi punti di forza nel Comitato cittadino e nel gruppo di nuovi assessori comunali raccolti attorno all'avvocato Lorenzini, considerato il più probabile candidato alla successione del sindaco, Dozza. La cosiddetta « destra » comunista aveva registrato notevoli successi nella lotta per il potere interno fino alla vigilia delle elezioni politiche dello scorso anno, che videro invece la netta affermazione dei candidati appoggiati dai sindacalisti, dalla maggioranza del movimento cooperativo e dalle correnti più a sinistra del partito (del sen. Orlandi e degli onn. Ferri e Venturoli). Le stesse forze, ripreso vigore, si sono successivamente coalizzate nella battaglia contr~ Soldati, battaglia alimentata, come abbiamo visto, dallo sviluppo della crisi industriale. Lo scontro si è fatto ancora più acceso dopo il rientro nella vita pubblica dell'ex-federale Bonazzi, noto dirigente del periodo stalinista; e dopo la proposta della sinistra di cooptarlo nel Comitato federale, atto che avrebbe sancito il suo reinserimento in veste ufficiale. Le resistenze degli « amendoliani », che miravano a conservare le proprie posizioni, sono state superate dallçt violenza degli attacchi degli avversari interni. Le ultime fasi dello scontro hanno visto una seduta fiume del comitato federale e della commissione di controllo, più volte sospesa e ripresa, con oltre quaranta interventi nel dibattito. Si è parlato anche di ordini del giorno contrari a Soldati fatti approvare in alcune sezioni del partito, e di polemiche quanto mai 66 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==