Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Ettore De Giorgis cattolica non sono molto diverse da quelle dei liberali, come le posizioni dei massimalisti socialisti si identificano quasi con quelle dei comunisti. 3) Scissione della destra democristiana soltanto: di tutte le ipotesi, questa era certo la più auspicabile, sia perché avrebbe dato un colpo forse decisivo al mito integralistico dell' « unità politica dei cattolici», sia perché la D.C. avreb·be subito un salutare ridimensionamento nella nuova coalizione, nella quale invece esercita, grazie al suo numero imponente di voti e quindi di parlamentari -, un potere egemonico. 4) Scissione della sola sinistra socialista: è l'ipotesi verificatasi, e fra tutte non poteva esserci soluzione peggiore. I socialisti sono stati indeboliti nelle trattative, in quanto Nenni non rappresentava più il partito, ma la maggioranza di esso solamente (il 70% circa, in quanto alcuni elementi di sinistra hanno accettato la disciplina di partito); ma l'indebolimento socialista si è ripercosso su tutto lo schieramento di democrazia laica, trovatosi alla mercè della D.C. La costituzione del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) è stato un grave errore politico: alla sinistra socialista si offriva l'occasione di poter controllare, criticare e spronare l'azione del governo; scegliendo invece la via della scissione, essa si è infilata in un vicolo senza uscite; la nuova formazione politica non ha, né può avere, p·rospettive valide, in quanto manca lo spazio politico tra i socialisti e i comunisti. L'unica possibilità per i dissidenti socialisti sarebbe di sposare le tesi cinesi, cioè di collocarsi a sinistra dei comunisti: ma non esistono le premesse logiche che possano giustificare un tale salto ideologico. * * * A questo primo motivo cl1e giustifica il giudizio pessimistico sull'avvio della fo,rmula di centro-sinistra, se ne aggiunge un altro: esso riguarda la composizione del Governo, nel quale sono presenti uomini fino a ieri contrari al centro--sinistra (l'eliminazione dei quali era, però, difficilmente ottenibile), ma dal quale sono parimenti esclusi dei ferventi sostenitori del nuovo corso politico. Questo argomento è stato quello che apparentemente i dissidenti socialisti hanno addotto per giustificare la loro presa di posi- . ZIO•ne. Mancano nella nuova formazione governativa Fanfani e Sullo (democristiani), Lombardi (socialista) e La Malfa (repubblicano). Tutti i sinceri democratici avrebbero, certo, preferito che essi, o almeno alcuni di essi, partecipassero al governo: tuttavia occorrerà rendersi conto del motivo della loro esclusione, prima di formulare un giudizio assolutamente negativo sull'esperimento in corso. Anzitutto, vi è il caso Sullo. Nessuno di noi ha intenzione di mettere in dubbio le capacità dell'ex-ministro dei Lavori Pubblici, il cui progetto di legge urbanistica, se fosse stato attuato, avrebbe costituito una misura assai più rivoluzionaria della nazionalizzazione dell'industria elettrica. Sullo appar56 BibliotecaGino Bianco

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