Rilancio dell'Eitropa e forza multilaterale uno strumento ambiguo, buono magari a servire anche da ponte verso il deterrente nazionale; oppure impegnare battaglia su di esso per trasformarlo in modo da farne uno strumento dell'integrazione politica europea mercè l'attuazione di una serie di misure che consentissero di giungere per rapide tappe ad un controllo comune europeo, esercitato da organi comuni di origine elettiva. A questo modo gli europeisti utilizzerebbero a loro vantaggio la grande risorsa della pressione americana a favore dell'armamento multilaterale della NATO, eliminerebbero gli ultimi rischi che tale armamento possa dar vita in futuro a deterrenti nazionali, e soprattutto minaccerebbero il gollismo di isolamento politico e militare. D'altro canto, il fatto che una tale spinta verso l'integrazione europea into,rno al deterrente avverrebbe in sede NATO recherebbe in sé due ulteriori vantaggi: quello di ridurre il costo per gli europei di tale deterrente e soprattutto l'altro di agevolare attraverso le strutture atlantiche già esistenti quell'associazione euro-americana, quella cogestione degli armamenti nucleari cui accennava Spinelli, e che sembra a noi un dato dal quale il partnership tra Europa e Stati Uniti non potrà mai prescindere. Da ultimo, v'è un'azione pii.1propriamente politica che appare necessaria e che deve per così dire assortire quella che si è illustrata fin qui. Ed è un'azione di propaganda nel senso più alto della parola, verrebbe voglia di dire di propaganda politica e diplomatica insieme. Si tratta, cioè, di riprendere negli Stati Uniti e soprattutto, presso i dirigenti americani la battaglia europeistica, per riportare le classi dirigenti statunitènsi a quel livello di coscienza europeistica che esse avevano prima delle delusioni degli anni tra il 1954 ed il 1960, che avemmo occasione di - illustrare altra volta in questa rivista. E si tratta di portare tutto il movimento socialista europeo alla consapevolezza che la sua vera battaglia per la democratizzazione dell'Euro·pa è la battaglia europeistica: e per questo non bisogna lasciarsi fuorviare dai tatticismi e dalle false prudenze, ma è necessario avere il coraggio di chiamare le cose col loro nome, di definire illusioni le illusio11i ed inganni gli inganni, e di additare con fermezza la strada da imboccare e da percorrere. La costruzione europeistica è oggi, forse ancora più di ieri, una tale rivoluzione, che per realizzarla c'è veramente bisogno che i democratici di ogni partito d'Europa e d'America concorrano insieme per realizzarla. Noi non crediamo affatto che quello che sta innanzi agli europeisti sia un compito ~gevole; al contrario, ogni giorno che passa il nostro so1 brio pess~mismo trova nuovo alimento. Ma proprio perché le difficoltà diventano· sempre più grandi, quello di indicare con chiarezza le possibilità di azione che ancora esistono diventa un dovere di coscienza. VITTORIO DE CAPRARIIS 25 BibliotecaGino Bianco
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