Rilancio dell'Europa e forza multilaterale la concezione gollista della costruzione europea non ha fatto dal gennaio 1963 un solo passo avanti, ed il generale-presidente ha dovuto inventare il neutralismo in Indocina ed i viaggi nell'America Latina per darsi l'illusione di portare avanti una politica « francese ». A questo punto, però, occorre chiedersi se siffatti disegni politici radicalmente diversi da quelli perseguiti negli ultimi dieci o quindici anni siano in Europa ed in Italia appannaggio soltanto dell'attuaìe governo francese e, poniamo, dei nazional-gollisti italiani, o se spunti e schemi, almeno formalmente simili, non si trovino anche in altri gruppi politici. E la risposta ci sembra non ammettere dubbii. I neutralisti più o meno dichiarati, coloro che sono disposti sempre a giocar sull'equivoco (quelli, per fare un esempio, che scrivono mondo libero tra virgolette), quanti, insomma, vanno chiedendo una politica estera indipendente, che porti il nostro paese del tutto fuori dell'Alleanza Atlanti0a e gli faccia assumere il ruolo nuovo di propagandista del neutralismo e della pace a tutti i costi, costoro finiscono col volere nei fatti politiche che recano un aiuto poderoso a quelle nazionalistiche. In effetti, quella del neutralismo disarmato è una posizione troppo debole per potere resistere all'attacco dei nazionalisti dell'indipendenza atomica; talché è fin troppo facile prevedere che in un paese come l'Italia quel tipo di neutralismo, sottoposto alla duplice pressione dei comunisti (pei quali esso è soltanto una tappa verso il trasferimento ai margini del blocco sovietico) e dei nazionalisti, finirebbe col cedere il posto ad una politica di tipo gollista. Del resto, e l'abbiamo già ricordato, il fatto che nella stessa Francia i gruppi di sinistra che sono stati sempre neutralisti abbiano applaudito alla politica del generale-presidente dovrebbe essere sufficientemente illuminante sulla logica di certe collusioni. Né ci sembra si possa dubitare che sempre in Francia l'annosa polemica anti-americana condotta dalla sinistra neutralista, anche non-comunista, non sia servita ad altro che ad alimentare un aberrante ✓ riflesso nazionale, sul quale il generale De Gaulle ha potuto costruire una parte delle sue fortune. Per quanto la situazione interna ed il gioco delle forze politiche siano in Italia abbastanza diversi che in Francia, bisogna pur dire che anche in Italia le stesse cause possono sortire i medesimi effetti: anche da noi le punte anti-atlantiche ed anti-americane della polemica neutralistica finirebbero col portare argomenti alla causa di coloro che accarezzano il miraggio dell'indipendenza atomica perfino per il nostro paese, di una politica italiana di tipo gollista. Qui si può vedere un'ennesima manifestazione della sinistra pasticciona ed irriflessiva, la quale almanacca piuttosto che non ragioni ed è sempre singolarmente incapace di prevedere le conseguenze delle sue proprie azioni. 17 Biblioteca Gino Bianco /
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