Rilancio dell'Europa e forza multilaterale anche per le conseguenze che può avere sullo schieramento delle forze politiche nel nostro paese, è bene essere chiari all'estremo. L'Occidente deve continuare a fare il suo mestiere, ossia a perseguire la sua propria politica di distensione, che ha in sé la sua giustificazione e la sua ragion d'essere, e deve. evitare la tentazione di fare ruotare tutte le sue impostazioni di politica internazionale intorno al conflitto russo-cinese. Coloro che chiedono oggi revisioni sostanziali e mirabolanti accostamenti tra Washington e Mosca, naturalmente a spese dell'Occidente, ci ricordano le analoghe richieste di Deutscher all'indomani della morte di Stalin, che cioè fosse indispensabile orientare la politica occidentale in modo da appoggiare a fondo Malenkov ed impedire che Krusciov conquistasse la somma del potere e ... restaurasse lo stalinismo. Oltre tutto ci sembra esattissima l'osservazione di Aldo Garosci, nel « Mondo » del 14 aprile, che, cioè, di per se stessa, la lotta russo-cinese non è tale da indirizzare la Russia verso un regime di maggiore libertà. Tutto ciò non vuol dire affatto, ovviamente, che si sottovaluti l'importanza ed il significato del grave contrasto che si sta producendo nel comunismo internazionale e neppure che non si debba tenere conto di tale contrasto nell'elaborazione della politica occidentale; ma vuol dire più semplicemente che la lotta tra Mosca e Pechino non altera sostanzialmente la gara politica attualmente in corso tra i due blocchi e non potrebbe alterarla. Per effetti aggiuntivi che quella lotta possa produrre sul processo di distensione, nessuno dei due interlocutori interpreta tale processo come una resa a discrezione all'altro; e per quel che riguarda l'Unione Sovietica in particolare è evidente che la scissione ed il massimalismo cinesi condizionano in una direzione ben determinata la sua - politica. Quanto finalmente ai riflessi del contrasto russo-cinese sul Partito Comunista Italiano, vorremmo sottolineare che l'atteggiamento ambiguo tenuto fino ad ieri dal PCI, ossia l'atteggiamento di proclamata fedeltà a Mosca ed insieme di riluttanza a sanzionare una frattura totale nel movimento comunista internazionale ed a fare proprie, secondo che suona un recente comunicato degli stessi comunisti, condanne fulminate dall'alto; questo atteggiamento ambiguo è certamente dovuto ad un calcolo assai preciso delle convenienze dello stesso PCI (timore che la spaccatura russo-cinese non possa riflettersi anche nel partito italiano, galvanizzando il massimalismo che i dirigenti comunisti sono riusciti ·finora a tenere imbrigliato; e preoccupazione anche per le conseguenze di una frattura nel movimento comunista internazionale tale da contribuire ad infrangere il mito intrattenuto nelle masse e dunque avviare un processo di ridimensionamento delle fortune del PCI); ma sarebbe 11 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==