Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

Documenti l'ambito di gruppi determinati, unicamente per l'età: che è ritenuta un valore importante, del quale non occorre dare la dimostrazione, dal momento che esso si impone all'evidenza. Gli adulti sono disprezzati o ignorati ... ». Di questa « letteratura nera», così come viene chiamata in Polonia, il rappresentante più noto (che ha scelto, d'altronde, la via dell'espatrio) è Marek Hlasko, che è anche il più anziano. Ma il gruppo comprende almeno una quindicina di scrittori di talento, e taluni critici polacchi hanno ravvisato un'affinità tra questi giovani e gli angry young men inglesi o i beatniks americani. Ciò che suscitava la collera di un Hlasko era il conformismo nei costumi; egli cercava nell'amore (essenzialmente sentimentale) la conferma della propria personalità. Altri, già più originali, si sentirono affascinati dagli uomini che vivono ai margini della società, i non-irreggimentati, il lumpen-proletariat. È il caso di Brycht o di Nowakoski. Al pari di colui che vive ai margini della società, il giovane scrittore rifiuta di sanzionare la legalità sociale; co,me quello, si ribella all'ordine (quantunque vi possa aspirare nell'intimo del suo cuore); come quello, infine, apprezza i piccoli gruppi marginali, dove ci si può far accettare e rispettare indipendentemente dalle gerarchie sociali generalmente riconosciute. Il giovane scrittore non è rivoluzionario, si preoccupa unicamente del proprio successo personale, e sa bene che esso dipende dalla sua energia e dal suo savoir f aire. In Polonia, difatti, è difficile conciliare questo atteggiamento romantico con una ideologia rivoluzionaria, come può ancora fare in Italia un Pasolini. _ 4. Verso una nuova svolta? La maggior parte delle analisi, che sono state fatte in Occidente della situazione polacca, sono invariabilmente in ritardo di un cliché. La fase più intensa del revisionismo ha avuto luogo tra il 1954 e il 1956, quando la maggior parte degli osservatori occidentali non ci credeva ancora. Gli stessi osservatori hanno commentato in termini di revisionismo la situazione polacca tra il 1956 e il 1962, quando, in realtà, il regime di Gomulka aveva già fatto macchina indietro, e gli intellettuali polacchi erano caduti nell'apatia. È a quest'epoca che si riferiscono le mie osservazioni sulla gioventù polacca. A partire dal 1962, l'apatia degli intellettuali, la delusione dei revisionisti, la depoliticizzazione dei giovani hanno finalmente colpito gli osservatori occidentali, che hanno trasformato questa « apatia» in un altro cliché di applicazione generale. Può darsi benissimo che proprio durante questi anni gli intellettuali polacchi abbiano cominciato a vedere chiaramente quella che è la situazione polacca nel mondo comunista policentrico in via di 127 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==