Nord e Sud - anno XI - n. 54 - giugno 1964

.. .. I Recensioni va messa in chiaro e che sta al fondo di tutta la nostra discussione intorno a questo lavoro del Corsi: è veramente possibile un'esposizione oggettiva, è possibile il netto distacco fra lo studioso e la questione da lui affrontata, fra il ricercatore e l'oggetto della ricerca? Qui il discorso entra proprio nel vivo del libro del Corsi, in quanto è il problema fondamentale dello stesso Labriola, al quale il Corsi partecipa in maniera notevole, nonostante la sua pretesa esposizione obiettiva. La possibilità della storia oggettiva è al centro dell'indagine del Labriola sulla storia, come del resto lo stesso Corsi dimostra assai bene; secondo il Labriola, il vero metodo storico, che ha come strumento la « sociologia economica», deve realizzare « la storia 'integrale', ovviare... ai difetti della soggettività, eliminare ogni barriera fra conoscenza e realtà, rendere la storia oggettiva» (p. 21). Tutto ciò, secondo il Labriola, potrà essere raggiunto attraverso l'osservazione dei fatti empirici, i principi sociologici e la psicologia sociale: « Tre quindi - scrive il Corsi - sono gli elementi componenti della integralità storica, ed è chiaro che Labriola non ha presente una partizione ma un processo di fusione e di penetrazione reciproca, tanto che i fatti assunti arbitrariamente ad enti frammentano la realtà, e i principi sociologici non immessi e saldati nell'interezza della storia, si trasformano in ideologia, mentre la ' psicologia sociale ' diviene esercizio estetico-retorico. La visione è unitaria al punto che ciascuno dei tre aspetti riceve dall'altro la sua giustificazione ed ha nell'altro la condizione che lo garantisce del non alterarsi. Possiamo quindi ora osservare che la obiettività storica è garantita in due modi, attraverso la giustificazione storica dei principi stessi e attraverso la prova che essi, che come tali possono a loro volta diventare causa di soggettività e di arbitrio, siano usati in modo tale da costantemente attestare la loro validità nella ricerca storica » (p. 87). Nessuno, riteniamo, contesterebbe la validità di queste affermazioni ed il fondo di verità in esse contenuto e cioè 1a difesa contro ogni storia che ha come caratteristiche il verbalismo, la narrazione ornata etc., ma ci pare illusorio ritenere che ciò possa condurre ad una storia definitivamente oggettiva, in quanto nel racconto storico, o nell'esposizione se si vuol dir meglio, la personalità del ricercatore è l'elemento fondamentale, di cui è un puro e semplice arbitrio non tenere conto, in quanto le scienze storiche non sono in alcun caso assimilabili alle scienze naturali, le quali hanno dei metodi propri di ricerca, cl1e prescindono dalla persona del ricercatore. La scelta di un argomento storico, o anche filosofico, nasce da un giudizio dello studioso ed ha, quando non è sterile ricerca accademica, una sua sollecitazione etico-politica; nasce, insomma, da un'esigenza presente, attuale. Nella Relazione introduttiva al XIX Congresso Nazionale di Filosofia, Antonio Corsano definiva l'individuazione del momento storico addirittura un giudizio di gusto, tenendo quindi presente 1~ componente soggettiva che accompagna la ricerca storica, componente che, come è noto, venne negata, senza alcun risultato positivo, dalla storiografia positivistica: e del resto il Labriola, come lo stesso Corsi osserva, teneva pre-- sente il problema della personalizzazione della dottrina dal momento che 107 Biblioteca Gino Bianco

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