Il voto di preferenza e l'elettorato napoletano minare il numero delle preferenze, quanto la lotta che i singoli candidati sostengono fra di loro per procurarsi i voti di preferenza (con l'aiuto, naturalmente, dell'organizzazione del partito: ma questo rientra nella impostazione generale del partito stesso); lotta che è più intensa, naturalmente, là dove il partito è - o si ritiene che sia - più forte. Se poi sia il partito ad attirare i voti di prefere11za, o se siano i suoi candi_dati. ad attirare i voti di lista (accrescendo così, in una determinata zo-na, la forza del partito), è impossibile dire: il risultato, comunqu.e, è lo stesso. E potrebbe costituire un indice di maggiore o 1ninore cliente- , lismo. Per quanto riguarda il PCI, malgrado la correlazione inversa tra la forza del partito ed il numero delle sue preferenze, le differenze sono minime (0.9% ), e si è reso pertanto necessario esaminare il fenomeno del blocco dei voti di preferenza. La nostra indagine dimostra che il blocco· funziona soltanto dove il partito conquista la maggioranza dei voti di lista. Per fare un esempio, citeremo il caso dei seggi 11n. 529 e 543, nei quali il PCI ha totalizzato oltre il 50% dei voti, ed i suoi candidati contrassegnati con i nn. 2, 4, 10 e 29 si sono divisi oltre 1'80% delle preferenze, mentre il capolista ha dovuto contentarsi del 5%. Nei seggi in cui il partito ha superato solo il 40% dei voti di lista, il blocco è già meno pronunziato: nelle sezio·ni nn. 907, 908 e 909, i quattro candidati sopra menzionati (più il capolista, a cui è andata la r11:assima pa~te dei voti bloccati) hanno ricevuto tra il 60 e 70% delle preferenze.. Altrove, il blocco ha avuto proporzioni così esigue, da sfuggire all'occhio dell'osservatore profano. I dirigenti comunisti ammettono, di incontrare difficoltà sempre crescenti nel controllare - come facevano- dieci anni or so·no - i voti preferenziali. Questo aspetto dell'uso dei voti di preferenza - vale a 'dire la loro crescente autonomia - merita di essere studiato più a fondo, per accertare in quale misura si sia venuto delineando. Con ogni probabilità, esso è collegato ad un altro fenomeno che si manifesta contemporaneamente nel PCI, e cioè che il ristagno, o addirittura il regresso, degli iscritti alla Federazione comt1nista napoletana non ha diminuito la forza elettorale del partito: il che costituisce un evidente segno· del mutamento verificatosi· nella natura del PCI, che va appunto trasformandosi da partito di azio·ne di massa in partito di opinio~ne. Ciò significa, probabilmente, che gli elettori comunisti vedono nel PCI il più efficace partito• di opposizione, senza tuttavia nutrire particolare inclinazione per il comunismo 33. · 33 A questo. riguardo, particolarmente istruttivo è Io slogan dall'apertura della campagna di tesseramento al PCI per il 1964. Il fatto che gli elettori comunisti veD:gano invitati a diventare membri del partito, significa che un_ grande numero di essi, evidentemente, non lo è. 75 Bibliotecaginobianco
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