P. A. Allu1n 7, 1'11, il 22 ecc.). Tutto quanto si può fare è di analizzare il contesto delle elezioni : quando si osservi ~ come in questa o~casione - che la DC ha introdotto nelle proprie liste due candidati eletti precedentemente in un'altra formazione politica, e passati alla DC nella corrente legi- - slatura per ragioni personali piuttosto che politiche; quando si noti che, nella zona considerata, uno di tali candidati ha conquistato il più · alto totale singolo di preferenze (una cifra press'a poco uguale a quella dei voti da lui raccolti quando era candidato nell'altra lista), si è inevitabilmente spinti, almeno per il momento, a conclusioni negative per quanto riguarda il primo· mo-do di pro,cedere. Con l'enorme maggioranza dei voti suddivisa tra la DC e il PCI, le preferenze degli altri partiti presentano un interesse puramente marginale. Il PDIUM e il MSI hanno posizioni che non differiscono da quelle della situazione precedente. Nel caso del PLI, ci troviamo di fronte ad una certa concentrazione: la quale, peraltro, è di scarso interesse, dato l'esiguo numero dei voti di lista. Quanto al PSDI, le cifre che lo riguardano, così come quelle del PRI, sono distorte dalla loro esiguità. Il PSI ha una percentuale bassa_, ed una grande dispersione: ciò riflette esattamente la sua posizione, che è quella di un partito dal sèguito discreto, senza nomi, o, comunque, senza che la sua organizzazione eserciti una particolare influenza nelle zone prese in esame. . Volgendo· ora la nostra attenzione alle classi più colte, cominciamo col pre11dere in considerazione il ceto medio. Risultati: Voti di lista Voti di preferenza espressi (A) Almeno 1 pref. (B) PCI 10.0 42.2 34.5 PSI 10.6 34.7 39.3 PSDI 6.9 32.0 24.7 PRI 1.1 43.l 36.5 DC 30.l 46.4 32.5 PLI PDIUM MSI 14.5 50.2 59.2 10.0 53.l 70.0 14.5 51.8 54.7 La posizione del· ceto medio è analoga a quelJa registrata nelle situazioni urbane esaminate in precedenza (sottoproletariato e proletariato industriale): nel senso che la suddivisione in due cat~gorie è rispettata ancora una volta. La linea di divisione va tracciata, anche in questo caso, tra il PRI e la DC; a sinistra troviamo le percèntuali inferiori alla media (45,3% ), a destra quelle superiori. Comunque, le differenze di dettaglio sono sufficienti per giustificare un più attento esame. Anzitutto, va rilevato che, in questa situazione, i partiti che hanno conquistato un maggior ~umero di voti di lista hanno registrato una più alta percentuale di preferenze espresse: laddove le preferenze dei partiti 68 \ Bibliotecaginobianco
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