Il voto di preferenza e l'elettorato 1zapoletano cifra A, probabilmente a causa della forza di attrazione esercitata in queste zone dalla personalità principale che, a tutti gli effetti, costituisce il partito (Lauro). Varrebbe la pena di conoscere i risultati ottenuti, in queste stesse sezioni, nelle consultazioni amministrative del 1952 e del 1956: con tutta probabilità, si accerterebbe che la personalità cui ci riferiamo totalizzò quasi il 100% delle preferenze. Passando al PLI e alla DC, il discorso si fa più complesso .. Nel caso del PLI, si sarebbe indotti, a prima vista, a seguire lo stesso ragionamento fatto per il PDIUM e per il MSI, sia pure su scala ridotta (la percentuale B è di quasi cinque punti più alta della percentuale A); ma si peccherebbe di semplicismo. Non va dimenticato che la percentuale preferenziale del PLI è di quattro punti inferiore a quella media. Pertanto, riteniamo che il caso del PLI sia piuttosto simile a quello del PSI: una situazione non particolarmente clientelistica, una organizzazione di partito non particolarmente forte, ma una certa concentrazione di preferenze dovuta alla personalità del capolista (Cortese). La DC richiede un discorso· a parte. La sua percentuale del voti di preferenza (46,7%) è di tre punti inferiore alla media; la percentuale B, invece, è di ben quindici punti al di sotto della A. Ciò denota larga attrazione di preferenze da parte dei singoli candidati, ma scarsa concentrazione delle preferenze stesse su un solo nominativo; un fenomeno, questo, che sembra escludere caratterizzazione clientelistica della lista intorno al nome del capolista. Pure, non va dimenticato che, più alto è il' numero dei voti di lista (la percentuale dei voti attribuiti alla DC è la più alta: il 30,7% ), maggiori sono le probabilità che i voti preferenziali vadano dispersi. A tale proposito va rilevato che le cifre B sono press'a poco le stesse (32,7 e 31,3) per il PCI e per la DC (e simile è la percentuale dei voti di lista); la DC, peraltro, ha qu~si undici punti in più per quanto riguarda le preferenze espresse. Occorre dunque tener presente la posizione particolarissima della DC, con le sue prospettive di conquistare il maggior numero di seggi, con le personalità dei vari candidati e le diverse organizzazioni para-partitiche che li sostengono. La lotta che i vari candidati e le varie organizzazioni DC impegnano tra loro per la conquista dei voti di preferenza si traduce in una serie di « pressioni contrastanti », che determinano la dispersione delle preferenze democristiane. Perciò, se anche vi so·no - come certamente vi sono - delle clientele, è altamente improbabile che esse si raggruppino nella stessa sezione : di conseguenza esse sfuggono alla nostra analisi. La percentuale, relativamente alta, delle preferenze democristiane va quindi tenuta presente, senza che si possa dare ad essa un significato conclusivo. 65 Bibliotecaginobianco
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