Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

.... ,._ Il voto di preferenza e l'elettorato napoletano loro, i ceti più po-polari (molti dei quali analfabeti) avrebbero appena sentito nominare uno o due candidati. Tuttavia, un'ipotesi del genere pecca di superficialità. In primo luogo, le differenze dovrebbero essere più sensibili: se la maggioranza dei cittadini appartenenti alla borghesia e al ceto medio avessero espresso tre o quattro preferenze, e i ceti popolari soltanto una o due, nel primo caso la percentuale dovrebbe avvicinarsi al 70%, e nel secondo caso al 30% 18 • In secondo luo-go·, le sezioni del sottoproletariato - nelle quali sono maggiormente concentrati gli elettori analfabeti - registrano una media di voti preferenziali superiore a quella delle sezioni . del pro~etariato industriale. E invece, se il nostro ragio-namento fosse giusto, dovrebbe accadere precisamente il contrario. Finalmente, quando si constati che la percentuale del proletariato rurale è identica a quella • della borghesia, si è costretti a formulare un'altra ipotesi. Se prendiamo in considerazione la differenza piì1 sensibile - ossia quella tra il proletariato industriale e il proletariato rurale - e notiamo la differenza esistente fra la Lombardia e la Campania 19 - ossia fra una società prevalentemente industriale ed una società in buona misura agricola -, la differenza di cui ci occupiamo non desta meraviglia: si tratta di una differenza qualitativa tra l'uso politico del voto e l'uso personale. E, in tali circostanze, è logico che le preferenze espresse dal sottoproletariato siano anch'esse più numerose di quelle espresse dal proletariato industriale 20• ~er quanto riguarda le classi più colte, conosciamo già qualche cosa del loro orientamento 21 ; senza dire che per la borghesia meridionale c'è una lunga tradizione di clientelismo- politico. Nondimeno-, dobbiamo f~re attenzione a non spingere troppo oltre le nostre conclusioni, Se il proletariato industriale tende ad affermare la priorità del voto politico, nei confronti di quello personale ed è, questa, una nostra ipotesi, 18 Ciò resta vero malgrado il fatto che la borghesia non superi mai il 30% in quanto, nelle sezioni borghesi, vi è anche una percentuale abbastanza larga di classe media (e viceversa) in maniera che i lavoratori manuali non superano mai il 30% in qu~te sezioni. La compensazione tra queste due cifre sarebbe sufficiente a dare differenze più larghe di quelle riscontrate. 19 Le percentuali dei voti di preferenza utilizzati in Lombardia ed in Campania sono le seguenti: Lombardia Campania 1946 25,3% 52,5% 1948 25,1% 47,5% 1953 17,7% 51,9% 1958 16,7% 49,3% 20 · L'uso politico del voto significa che il voto è mobilitato da un partito, cioè identificato con l' « immagin~ di un partito »·; l'uso personale significa che, esso è mobilitato da persistenti strutture clientelistiche, vedi Sartori, op. cit., p. 293. 21 Allum, art. cit., pp. 85-89. 63· Bibliotecaginobianco

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