Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

.... Il voto di preferenza e l'elettorato napoletano a un singolo candidato. Questo ci dà. il numero minimo di preferenze espresse da almeno una persona per ogni lista. Tuttavia, co-me vedremo, si tratta di una conclusione insoddisfacente, perché no·n ci dice quante persone hanno espresso un voto di preferenza: alcune, infatti, possono aver votato· per candidati diversi da quello che ha totalizzato il massimo numero di voti preferenziali nel seggio esaminato. In ogni modo, disponiamo così di un indice - so,mmario, ma non senza significato - di ·concentrazione dei voti preferenziali 11 • È necessario insistere sulla natura insoddisfacente del materiale disponibile: no-n solo• perché questo limita notevolmente le conclusioni che se ne possono trarre, ma anche per evitare di attribuirgli un valore e un significato che non gli spettano, come fa, per esempio, il d'Amato, nel. suo _« schema », che vuole stabilire un indice di maturità dell'elettorato in base dell'analisi del voto· di preferenza 12 (la percentuale più alta di preferenze autonome espresse, in rapporto a quelle esprimibili, costituirebbe un alto, indice di maturità, laddove la percentuale pii.1 alta di preferenze clientelistiche rappresenterebbe un basso indice di maturità). Come distinguere i due diversi tipi di voto-? Un'ipotesi sarebbe di utilizzare un indice di distribuzione dei voti, fondato sulla distribuzione dei voti di preferenza fra candidati e di attribuire a quelli co11 più grande distribuzione autonoma un più alto indice di maturità ed a quelli con più grande concentrazione clientelistica un più basso indice di maturità. Se adottassimo un tale criterio - che non è certo meno sens_ato dello «schema» proposto dal d'Amato - giungeremo probabilmente alla conclusione che l'indice di maturità per Napoli è più alto di quello di Milano : le due città hanno probabilmente una percentuale df distribuzione dei voti preferenziali press'a poco eguale, e_quindi uno stesso indice di distribuzione, ma Napoli ha una percentuale più alta di voti preferenziali espressi - in quanto i voti clientelistici nelle zone urbane sfuggo·no all'identificazi~ne (per la teoria dei grandi numeri e per fenomeni quali le pressioni co1 ntrastanti 13 ). Lo stesso d'Amato, esita di fronte a ciò che una conclusio.ne del genere implicherebbe 14 • Tanto varrebbe p.roclamare Napoli « la riserva di saggezza della nazione »: un'evidente- assurdità, malgrado le recenti affermazioni dell'On. Giovanni Leone 15. 11 Cioè, laddove i voti per un singolo candidato superano la media dei voti di preferenza, c'è, entro certi limiti, una tendenza alla concentrazione; dove questi voti restano al di sotto della media c'è una tendenza alla dispersione. · 12 D'AMATO, art. cit., pp,. 13-5. 13 Si vedano più avanti le nostre osservazioni al riguardo. 14 D'AMATO, art. cit., pp. 32-3. 15 Vedasi L'Espresso del 20 Ottobre 1963: « Come napoletano tengo (sic). il 61 Bibliotecaginobianco

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