Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

Aldo Garosci renti all'equilibrio mondiale, o lo,ro riassorbimento, o·ve esistano, in un'Europa unita: questo è un programma non. solo ideale che Kenned) lascia all'Europa. E di questo programma forse - ove si prescinda dalla speranza di un insediamento· laburista e della conversione all'Europa di questo partito - i fautori in questo momento più organizzat~ come forze politiche si trovano nel 11ostro paese, e non in altre nazioni o continenti. Avrei amato vedere questa convinzione e coscienza più fortemente affermata anche nel disco,rso, del dott. Schlesinger, così come è affermata nel fatto dalla sua presenza co-me relatore al presente convegno. È necessario·, credo, rendersi conto in maggior misura dell'importanza dei rappo,rti, anche intellettuali, anche ideali, tra i problemi della riforma america11a e· i piani di rifo,rma italiani e la tendenza che oggi anco,ra, tra molte difficoltà, lotta per affermarsi in Italia. No11 so·no rapporti di relazione diretta; noi non abbiamo, tanto- per fare un esempio, pro·blema negro, e abbiamo problemi econo,mici e tecnici di dimensio·ni tanto maggiori di quelli degli Stati Uniti; e in politica estera non abbiamo la respo,nsabilità dell'equilibrio generale, ma solo quella di essere un fattore attivo dell'evoluzio-ne_ di tale equilibrio verso forme di legge mondiale. · . Co,n tutto ciò, la creaziorie della partnership europeo-americana è strettamente legata all'attività dell'Italia in Europa non nieno cl1e a quella degli Stati Uniti. L'esperimento di passaggio da zona depressa a paese equilibrato mo·derno è presso alla riuscita proprio in Italia (oltre che in Giappone e in pochi altri stati): e dove ne tro,verà esempi e stimoli parimenti forti il mondo mediterraneo? In Italia poi il problema di creare una fo,rte trama di giustizia per l'impresa e la capacità individuale non è senza analo-gie con quello· che si presenta negli Stati Uniti.· In ultima analisi, la soluzione di problemi nostri può essere facilitata o, impedita da un atteggiamento o da un -altro degli Stati Uniti,. né trovo ci sia in ciò nulla che attenti alla dignità del nostro paese, perché la realtà 110n manca mai di una sua ragio,ne intrinseca. Ci sono aspetti di questo pro,blema che possono essere risolti solo dalla politica dei governi: no·n tanto dalla diplomazia, che pure ha la sua importanza, quando dalla politica generale, da cui discendono oppure no certe possibilità dei diplomatici. Ma altri aspetti riguardano gli uo-mini di cultura, gli uomini che co1 ntribuiscono a creare l'opinic:>,ne pubblica. E più in particolare coloro che, al di qua e al di là dell'Atlantico, so,no persuasi che gli anni di Kennedy non devono esser finiti, e che l'opera di riforma iniziata, impegno· p-er una o più generazioni, deve esser condotta innanzi instancabilmente. A quest'opera di riforma devono essere chiamati a collaborare, prima di tutto informandosi reciproca56 Bibliotecaginobianco

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