Kennediani in Italia Perciò, nel rifiuto che Kennedy oppo·neva al sorgere e persino - nel caso inglese - al permanere di grandi potenze nel campo occidentale, che fossero soltanto rivali o doppioni della potenza americana, dobbiamo vedere co•nte·mporaneamente la ragione del suo concetto di partnership europeo-americana. Questo asp·etto della sua co·ncezione forse ha avuto- meno rilievo degli altri che abbiamo sopra enunciati, perché è meno· nuovo, perché è un'eredità che risale ai suoi predecessori, e si tratta quindi di una parola alquanto sciupata. Ma 110n c'è dubbio che Kennedy intendesse per partnership europea qualche cosa che aveva un contenuto diverso·, e più serio, di quello che era stato inteso dai suof predecessoTi, di cui pure alcuni sono all'origine degl'impulsi da cui sono uscite le istituzioni europee. Kennedy ha fatto di• tutto per spingere l'Inghilterra all'interno, dell'Europa, per sostituire all'antica concezione, d•el resto anch'essa teorica, dell'Occidente atlantico che poggia su tre pilastri (America, Inghilterra, Europa continentale), una concezio,ne diversa, in cui un pilastro, fosse costituito dall'Inghilterra e dall'Europa assieme. Quel piano non è per ora riuscito, perché in alcune zone· europee hanno trionfato· forze ostili all'indirizzo che è dei riformatori del nostro co1 ntinente, co·me di Kennedy, e una difficile lotta è in corso, in cui gli stessi espedienti inventati da Kennedy, per conseguire lo scopo della partnership, come la forza n1ultilaterale, rischiano di diventare antiquati o eterogenei. Ma il concetto stesso: della partnership, come dell'associazione stretta di due potenze, l'America e l'Euro.pa, che nella solidarietà dividessero tuttavia i co·mpiti e il lavoro, e reciprocamente si comunicassero esperienze e venissero al soccorso !'una dell'altra nei momenti fatali di rallentamento del ritmo di sviluppo che la co·esistenza impone invece di mantenere sempre vivacissimo, questo concetto è sopravvissuto, si incarna in numerosi tentativi, do·mina la prospettiva delle comunità europee e la loro· crisi attuale, domina la lotta della Francia per liberarsi della politica di prestigio·, domina I.a lotta della Germania per liberarsi dell'ossessione della scorciatoia verso l'unificazio-ne, do·mina la lotta· dell'Italia per vincere gli squilibrii inten1i e ·non farsi indebolire da essi fino· al punto di annullare ogr1i .sua efficacia europea. Superamento della form~ antiquata delle velleità neutralistiche, attraverso la chiara nozione della méta cui si può giungere con lo s~iluppo degli equilibri attuali; solidarietà della riforma dei paesi europei e della lotta americana per non venir n1eno ai grandi co•mpiti assunti nei confronti del mon.do (dell'avversario russo e del « terzo mondo·»,· non meno che degli alleati); partnership euro·pea, e perciò superamento delle velleità p·er cui si pretende creare -potenze concor55 Bibliotecaginobianco
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