• Note della Redazione regioni che, ai fini della loro industrializzazione, si sono potute avvalere, e si avvalgono, di co11dizioni geografiche particolar1nente favorevoli per lo sfruttamento dell'energia elettrica. - Il « rapporto-Saraceno » - che è un documento tutto permeato dall'impegno meridionalista di citi il suo autore ha dato numerose e coerenti prov_e - contiene indicazioni esplicite a proposito del problema poi sollevato dall'on. Alpino nella citata interpellanza. Affermato che « la politica di riequilibramento territoriale del nostro apparato produttivo deve tendere a colmare divari di sviluppo economico esistenti tra le varie regioni, e deve quindi favorire le aree dove la dotazione di capitale è inadeguata rispetto alla forza di lavoro disponibile», il « rapporto-Saracerio » rileva giustamente che proprio queste aree non corrispondono alle aree che son.o più direttaniente servite dai principali impianti fra quelli che sono stati rzazionalizzati; e che, a11zi,poiché gli impianti principali dell'industria elettrica italiana sono alpini, poiché l'industria elettrica è « maggiormente sviluppata nelle regioni ove il livello del reddito è piit alto », il ft.J.ezzogiorno « sarebbe colpito itna volta di più» se prevalesse il criterio che i fondi di indennizzo devono essere irivestiti nelle regioni dove sono ubicati gli impia11ti che costituiscono l'oggetto dell'indennizzo. Infine, il « rapporto-Sar,aceno » osserva che l'applicazione di un. criterio del genere non si giustificherebbe n.eanche dal punto di vista di una reintegrazione di perdite subite in conseguenza della nazionalizzazione dalle regioni dove sono ubicati i principali impianti ora nazionalizzati: gli impianti elettrici restano dove sorto, ovviamente, anche se ora appartengono all'ENEL e non più alla Edison o alla SADE. La nazionalizzazione, in altri termini, << muta le forze direttive del sistema elettrico italiano, ma non dùninuisce certo la dotazione di capitale delle regio,ni dove sono localizzati gli impianti elettrici ». Per concludere, qitindi, ci sembra di poter affermare che pure la questione dell'investimento dei fondi di indennizzo spettanti alle società ex elettriche è divèntata - come quella delle autostrade e quella dei nuovi impianti delle aziende a partecipazione statale - una questione decisiva 1aifini della continuità, e della priorità, della politica meridionalista nel quadro della politica di piano. Ma nel Mezzogiorno non c'è nessuno che se ne accorga, e che pertanto cerchi di far valere, a proposito di questioni del genere, soluzioni conformi all'esigenza di salvaguardare la continuità e di affermare la priorità della politica meridionalista. Un'interpellanza come quella dell'on. Alpino è passata inosservata fra i parlamentari e la stampa del .Mezzogiorno; del « polo di Alessandria » hanno parlato solo i comunisti; che l'ampliamento dello stabilimento siderurgico di Bagnoli è stato per il momento rinviato a tempi migliori lo si è appreso dall'« Espresso », ma senza che la stampa napoletana desse segni di reazione, sia .pure per spiegare le ragioni meridionalistiche di una decisione come questa (dare la precedenza al completamento del centro di Taranto rispetto all'ampliamento del centro di Bagnoli); all'attivismo dei parlamentari e dei giornali liguri e piemontesi per salvare dai « rallentamenti » le loro autostrade . non ha corrisposto che il silenzio dei parlamentari e dei giorrzali meridionali 31 Bibliotecaginobianco
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