Note della Redazione - grigi, u11po' uniformi, un po' monotoni, ma che proprio in grazia di questi loro caratteri sono quel che sono e assicurano alla società i loro ben noti vantaggi. Avrem1no perciò preferito che il provvedimento concernente il presidente Segni non fosse stato adottato, o che, essendo adottato, fosse motivato con altre, più evidenti e più persuasive, argomentazioni. Ed anche se questa, come quella già levatasi" dal Mor1do e da L'Espresso, sarà vox clamantis in deserto, ci è sembrato doveroso farla sentire, con la speranza di non avere altre occasioni di ripetere cose del genere. Le società nazionalizzate e il Mezzogiorno Ci sembra di ricordare che, quando si discuteva l'arino scorso del modo migliore di nazionalizzare l'industria elettrica, si disse, tra l'altro, che da questa nazionalizzazione si sarebbe potuto far derivare un nuovo flusso d'investimenti industriali, da realizzarsi non solo nei settori più dinamici, ma anche nelle regioni che si vogliono trascinare sulla via dello sviluppo. E se la memoria non ci inganna, fu l'on. Colombo - l'on. Colombo, non l'on. Lombardi - · a suggerire che lo Stato concedesse o non concedesse alle ex società elettriche l'autorizzazione a scontare i propri crediti verso l'ENEL proprio sulla base della localizzazione prevista per le iniziative che tali società avranno nel frattempo programmato. In questo rnomento, che è quanto mai preoccupante per il pericolo che incombe di un rallentamento della politica di industrializzazione del Mezzogiorno, si potrebbero approfondire ed eventualmente rilanciare le possibilità meridionalistiche implicite nel suggerimento avanzato l'anno scorso dall'on. Colombo. È in ogni caso evidente, però, che pregiudizialmente si deve respingere la linea d',azione che l'on. Alpino ha cercato di far valere in, una sua interpellanza al Ministro delle Partecipazioni Statali: che, cioè, i fondi di indennizzo devono essere investiti là dove sono ubicati gli impianti nazionalizzati che costituiscono l'oggetto dell'indennizzo: nelle stesse regioni, se non addirittura nelle stesse provincie. Naturalmente l'on. Bo, rispondendo all'on. Alpino, ha trovato ottime ragioni per non lasciarsi imporre u11impegno del ge11ere, che sarebbe di grave impedimento nei confronti della politica che ci si proporze di portare avanti, e che deve essere una politica di redistribuzione territoriale dell'industrializzione._Non solo, quindi, non ci si può e non ci si deve vincolare a una linea come quella che l'on. Alpino h.a cercato di far valere, ma si deve far valere una linea del tutto diversa: ci si deve orientare, cioè, in base a una regola (sia pure non rigida al cento per cento) di segno opposto rispetto a quella per cui si vorrebbe che l'investimento dei fo·ndi di indennizzo sia localizzato nelle 30 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==