Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

NOTE DELLA REDAZIONE Il professore a vita Il Consiglio dei Ministri ha proposto al Parlamento (ed il Parlamento ha approvato) un disegno di legge con il quale si dispone cJze il Presidente della Repubblica venga nominato professore universitario a vita, mantenendo perciò la. sua cattedr.a al di là di og11i limite di età, affinché (come è detto nel testo della legge) l'Università italiana non rimanga priva dei suoi preziosi servigi. Noi non sappiamo (e non vogliamo sape_re) da chi sia partita l'iniziativa per una deliberazione di carattere tanto eccezionale; e non sappiamo neppure se il caso abbia avuto qualche precedenie. Ma sentiamo che 1nancheremmo al nostro dovere di osservatori e di militanti della vita politica italiana se non esprimessimo anche noi, come hanno già fatto egregiamente Il Mondo e L'Espresso, l'istintiva riserva che la notizia della legge in, questione ha destato in noi. Riserva che - è fin troppo ovvio - non concerne né la persona né i meriti scien,tifici del professor Antonio Segni; per quanto venga anche spontanea alla mente l'osservazione che, a voler adottare questo metro di giudizio, un consimile riconoscimento si sarebbe potuto e dovuto tributare anche a Luigi Einaudi, di integrità non minore di quella del presidente Segni e di una rino1nanza, come studioso di cose economiche e finanziarie, certamente più vasta di quella di cui., come studioso del diritto processuale civile, gode il nostro attuale Presidente. La nostra riserva riguarda, invece, l'opportunità del provvedimento adottato dal punto di vista del costume politico italiano. Al quale è stato sempre imputato, da osservatori italiarzi e stranieri, di essere eccessivar!1,ente corrivo a manifestazioni eccezionali di ossequio verso i suoi protagonisti, manifestazioni non necessarie, che poco aggiungono ai titoli di coloro che effettivamente le m.eritano, ma in ogni caso turbano il corso regolare e normale della t vita pubblica, destano spesso sospetti di interessata o pavida compiacenza verso i potenti del giorno, attizzano arzziché moderare la properisione nazionale ad un individualismo attento più alle decorazioni es,teriori del successo sociale che· alle solide, ancorché poco apparisceriti, ragioni di preminenza dell'individuo nella co·munità. Per quanto ci riguarda, abbiamo sempre trovato fondate queste osservazioni, e non temiamo con ciò di incorrere a nostra volta nell'eventilale accitsa di astratto 1noralismo. La normalità amministrativa, il co·nservare sempre le stesse forme e lo stesso comportamento, il considerare ·i 1neriti individuali come titoli che non abilitino, se non in circostanze eccezionalissime, a ricevere segni particolari di distinzione oltre ·quelli previsti dalla consuetudine ~ dalle norme ordinarie: tutto ciò ci è sempre sembrato parte essenziale dello spirito e dello stesso meccanismo democra-: - tico, che sono (e, da qitesto punto di vista, non possono ·non essere) un po' 29 Bibliotecaginobianco •

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