Lo spettatore libero di Rosellina Balbi Una perdita secca di undici milioni di spettatori': ecco, per quanto riguarda l'Italia, il bilancio teatrale degli ultimi tredici anni. Nello stesso giro di tempo, il numero delle rappresentazioni si è praticamente dimezzato, scendendo da settantaduemila a trentasettemila; e i biglietti venduti, che nel 1950 erano ancora ventuno milioni, si sono ridotti, secondo le statistiche ufficiali, a meno di dieci nel 1963 1 • Non crediamo di essere troppo lontani dal vero affermando che molti, i quali pure amano dilungarsi sull'argomento della crisi del teatro, resteranno sbigottiti di fronte alla crudezza di queste cifre: tanto più gravi e significative, quando si consideri che il diradarsi del pubblico è fenomeno lamentato un po' in tutti i paesi (quantunque esso si manifesti in termini meno clamorosi là dove il gusto del teatro affonda le proprie radici in una tradizione più vigorosa e continua di quella italiana). E tuttavia, se po·niamo mente al significato etimologico. della parola « teatro» - che è quello·, come ognuno sa, di « luogo dal quale si guarda» -, saremmo portati a credere ad una preminenza assoluta dell'istituto teatrale nella civiltà moderna, se è vero - e chi potrebbe negarlo? - che essa è la cìviltà dell'immagine. Al giorno d'oggi, peraltro, esisto-no molti luoghi i quali, ben più delle sale di teatro, possono dirsi consacrati al rito della comunicazione visiva; e per quanto la tesi della « concorrenza vittoriosa » del cinema e della televisione nei confronti del teatro pecchi, a dir poco, di semplicismo., pure è di là che deve prendere l'avvìo· qualsiasi discorso serio sulla crisi del t~atro: dall'assalto, per l'appunto, che l'immagine ha scatenato contro di .noi. « L'organo col quale capisco meglio è l'occhio»: è stato Goeth.e a dirlo. Di fatto, il linguaggio mimico ha rappresentato il primo alfabeto dell'umanità; e molti studiosi lo considerano, a confronto del linguaggio verbale, più vicino al significato delle cose e dei sentimenti. Pòi l'umanità si è data la parola, e, con quella, la possibilità di scambiarsi le idee, i co·ncetti, tutto, ciò, insomma, che appartiene al dominio della ragione. Già la parola scritta co,stituirebbe, agli occhi di Socrate, un . pericolo per l'umanità; e ciò per la sua somiglianza con la pittura. « I 1 Cfr. « Lo Spettacolo», luglio-settembre 1963, pag. 171. 16 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==