Giovanni Ferrara nova e ringiovanisce, ciò che grava sempre più sul mo-ndo cattolico italiano nel suo complesso e sulla DC come realtà politica. Diciamo subito che sarebbe davvero da << laicisti » nel senso deteriore della parola compiacersi di questo fatto. Ciò su cui occorre meditare, infatti, è la dura realtà: alla perdita l~nta di prestigio e potenza della DC ciò che oggi, come tendenza e co-me prospettiva immediata! corrisponde, è la crescita di potenza e prestigio del Partito Comunista, non la crescita delle forze di democrazia laica e socialista. Si possono dare disparati giudizi sui successi elettorali comunisti, resta comunque un fatto: la diminuzione degli iscritti al PCI e l'aumento dei voti elettorali indicano che questo partito diventa sempre meno una « sètta », sia pure enorme, e sempre più una forza politica, sociale, culturale, normalmente integrata nella vita politica italiana. Ciò potrà no·n piacere ai comunisti puri angosciati per il « partito», ma non può piacere neppure a chi pensa che non è per nulla normale e funzionale, ne]la prospettiva d'una crescita civile della democrazia italiana, questa tendenza dell'elettorato e dell'o-pinio,ne ad accettare sempre più apertamente come punto di riferimento politico un partito intimamente non democratico come il PCI. Ché se il lin1ite invalicabile che tiene il partito· cattolico al margine della civiltà democratica occidentale e dei suoi valori ultimi sta nel suo rappresentare la politica d'una religione, il limite opposto del comunismo è d'aver fatto della politica una religione; una società ed una civiltà democratica non possono fondarsi su tali premesse ideali. Tre gravi problemi si pongono perciò a chi è realmente impegnato - criticamente impegnato - nel centro-sinistra, e guarda all'attuale governo come all'inizio (un vero inizio, non una soluzione provvisoria, una tesi, non un'ipotesi) d'una nuova fase storica della formazione della democrazia nel nostro· paese: valutare esattamente il dato del declino o del ridimensionamento della DC (l'abbiamo detto, non solo in senso elettorale, ma in più_ ampio senso politico); valutare fino in fondo il significato della crescita e della crisi del PCI; valutare fino in fo-ndo le possibilit~ d'un rilancio effettivo e totale del mondo laico e socialista democratico. A questo punto, è però evidente che né il problema della ·oc né quello del PCI posso-no essere posti in mo1 do settario. Le forze cattoliche costituiscono, infatti, e costituiranno sempre una componente fon·damentale della vita italiana: e il problema di indirizzare la lotta politica nel senso, d'un sempre più efficace dimensionamento ed adeguamento di queste forze ai loro effettivi compiti e possibilità] si risolve tutt'altro che in una settaria lotta al cattolico, bensì nella costruzione di un nuovo 12 I Bibliotecaginobianco
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