Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

La « nuova frontiera » del centro-sinistra del 1963 Giuseppe Saragat mise assai pianamente sul tappeto una questione di· principio, che era un giudizio storico ed una indicazione politica al Paese. Disse piì1 o meno così: in un Paese civile, in una società moderna come quella c.he in Italia si sta delineando, no·n è possibile continuare ad ammettere pacificamente l'esistenza d'un enorme ed informe partito cattolico, accanto al quale le forze socialiste e democratiche siano costrette in posizione minoritaria. 111 una società com-e quella che la nostra deve diventare e sta diventando, è assolutamente fatale che le forze socialiste e democratiche crescano, e non solo elettoralmente. Perché così dev'essere fatto un grande stato- moderno) o-ccidentale: dev'essere fo·ndato su quelle gra11di forze del lavoro 1 che della .storia di due secoli di rivoluzioni e di riforn1e ereditano i più alti contenuti ideali, nei quali pure i valori etici ultimi del messaggio cristiano si risolvono: libertà laica e democrazia socialista. Naturalmente, l'on. Moro fu parecchio scottato da questo- discorso, e ci fu qualche battuta aspra. Concedendoci una ipotesi romanzesca, diremo che ne fu tanto più scottato in quanto di questa tesi era ed è più o meno convinto egli stesso (sia pure, naturalmente, a mo-do suo). Comunque, la cosa fu poi messa a tacere. Ma il giudizio e l'indicazio-ne di Giuseppe Saragat rimangono: non sono discorsi questi cl1e si chiudano con la mezzanotte del venerdì precedente la do,menica elettorale. Il giudizio è che la DC in quanto tale è destinata a perdere sempre -più di potenza politica; l'i11dicazione è che le forze di quello ch'egli chiama, giustamente dal suo- punto di vista, il socialismo democratico, e ·che noi preferiamo chiamare il vasto e complesso arco delle forze laiche e socialiste, debbono costituire in qualche mo1do· il futuro della --vita politica italiana. Da tutto ciò viene un'importante obiezione agli amici critici dèl centro-sinistra: non basta guardare preoccupati all'infinità delle posizioni di potere mantenute dalla DC, alla sua sempre rilevantissima fo·rza elettorale (che potrà certo essere ancora mantenuta), alle molte ed ottime carte in mano di cui essa continua a disporre nel complicato gioco della politica italiana. Bisogna rendersi conto del fatto, assai più importante e più grave, che la DC è una· forza in declino. Diciamo più grave: il centro-sinistra è infatti gravemente indebolìto, nelle sue prospettive, pro·prio- da ciò, che la DC oggi conta per la sostanza assai meno nella vita .italiana di quel che, per la grossolanità della conquista quasi barbatjca del potere, ha contato e conta. È la sto•ria del nostro Paese e le esigenze profonde d'una società che pur tra mille remore- e· contraddizioni cresce, si rin.- 11 Bibliotecaginobianco ·----

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