Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Cronache e Memorie e coltivata co-mpetenza » - egli scriverà nel 1924, proprio mentre la lettura e il commento delle iscrizioni giuridiche della Sicilia e dell'Italia Meridionale lo occupano intensamente - « troviamo nella nostra costituzione mentale un ostacolo ad occuparci attivamente di politica: sia perché convinti a ragione od a torto di co•noscere sotto tutti gli aspetti i problemi dei quali abitualmente ci occupiamo, ci riesce difficile adattarci al gioco d'intuizio·ne e previsione che domina l'azione politica; sia: perché ogni nostro sforzo di portare in noi e fuori di noi qualche chiarezza d'idee è reso straordinariamente penoso dalla resistenza dei molti improvvisatori ». Ma sono le ultime remore dello studioso com- - battuto tra le sollecitazioni sempre piì1 imperiose della milizia civile e la disincantata ma sterile concezio·ne erasmiana dell'homo pro se. E· così, in questa che Arangio stesso definisée una « lotta sorda fra il senso di un imprescindibile dovere e la naturale nostalgia delle occupazioni consuete », sarà il primo, a prevalere. E che la scelta nasca da una profonda esigenza morale basterebbe a dircelo quanto egli veniva scrivendo· su Il Mondo del 2 luglio 1924: « Valga almeno il criterio di non considerare, l'attività politica come faccenda di minor conto, nella quale sia lecito 1 allentare i freni che ci reggono nella vita scientifica e dire e disdire secondo le opportupità del momento; di considerarla anzi una nuova e più grave milizia, richiedente altrettanta fede, altrettanta autocritica, altrettanta fermezza di persuasione ». E soprattutto la preoccupazio·ne di evitare che ogni n1anifestazione di leggerez~a politica nei maestri finisca per riflettersi sul rigore della ricerca, condizionandola a fini partigiani, dando oltretutto ai giovani « l'impressio·ne ~he non vi sia un regime che non possa trovare nella università i suoi apologeti ed apostoli »._ E si aggiunga a tutto questo ~ negli scritti della Liberazio·ne, e frutto di dure esperienze - la consapevolezza che qgni atteggiamento teso più o meno- direttamente a svalutare o a limitare la partcipazione del cittadino alla via politica, finisce per essere uno degli alibi più proficui alle forze sovvertitrici dei liberi ordinamenti, argine aperto all'impeto rovinoso· del disordine e dei fanatismi. Uno ·dei suoi primi interventi appena nominato Guardasigilli del secondo gabinetto Badoglio, fu quello di revocare (con grande strascico di polemiche e dissensi negli ambienti più ligi a quello cl1e qualcuno avrebbe giustamente definito « eterno fascismo italiano ») la dispo,sizione che impediva ai magistrati di svolgere attività politica. E questo di garantire ad ognuno in quanto cittadin.o il pieno godimento dei. diritti sanciti dalla costituzione è la sua costante preoccupazione, il motivo primo della sua avversione al regime come ad ogni altra forma di totalitarismo o di dittatura. Sia che polemizzi sugli aspetti più esilaranti 97 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==