Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Atanasio Mozzillo Dopo questo articolo Il Saggiatore veniva soppresso e anche per Arangio-Ruiz iniziava il lungo _perio-do di operoso .silenzio e di forzata inattività pubblicistica. Non politica, invece, ché, come egli stesso ricorda, insieme al suo allievo più caro - Odoardo Carrelli - già alla fine del '42 si preparava nell'azione clandestina alle gravi responsabilità che avrebbe coraggiosamente affro·ntato alla caduta del Regime e nei giorni convulsi che seguiro-Iio l'armistizio. Ma, più che ripercorrere le tappe di una « carriera » politica e rievocare fatti ormai affidati alla storia del nostro Dopo-guerra, interessa qui riproporre il significato esemplare di una vicenda, il senso di una vita dedicata allo studio, ma egualmente rivolta a conservare, viva, una lunga tradizione familiare di coscienza civile, di consapevole dedizione allo stato -e alla patria, avvertita peraltro che soltanto nei liberi reggimenti 1't1omo realizza pienamente se stesso, si espande e si accresce. Interessa perciò di questa vita, più che il suo · aspetto evenementiel, quello che potremmo definire historisant, e cl1e non sempre è dato riscontrare in ogni pur intricata o ricchissima biografia, e che solo lo- si ritrova in quegli uomini cap.aci di trasformare in coscienza un'esperienza la più ampia possibile del bene e del male, della fede e della disperazio11e, della vittoria come delle sconfitte. E a meditare su questa· prosa di una bonarietà soltanto- apparente, ma quanto invece sorvegliata per chi ne penetri il velato sarcasmo, gli sdegni repressi, i contenuti furori, e quanto sottile in certe improvvise « cattiverie » illuministiche o nei rari ma non per questo n1eno deliziosi capricci; a leggere queste nobili prove· di giornalismo si ha l'esatta statura di un uomo cl1e ha potuto esser maestro a più di una generazione proprio- per la sua capacità di trarre dalle grandi lezioni del passato una saggezza mai scaduta a senso comune, nutrita di quella religiosità, di quegli stessi valori che fecero del mondo classico un imperfettibile modello etico ancor prima che politico. E si legga a conferma di questa sua altissima religione civile, l'invocazione per la salvezza della Patria lacerata, mentre ancora la Città a lui più cara piangeva i suoi figli migliori, caduti per difenderla durante le « Quattro giornate »: « •.• Accogli le sofferenze di Napoli come espiazione dell'Italia intera ... sicché alle altre belle contrade sia risparmiata la distruzione, fa che in ogni città e villaggio si alzino le barricate per respingere dalla nostra Patria Santa il nemico che da sedici secoli ad ogni generazio11e l'i11:vade e la contamina ... fa che questo Paese stremato e martoriato possa infine levarsi in piedi a benedirti ». Una partecipazione totale, un impegno raggiunto non senza il contin·uo faticoso superare la vocazione all'isolamento o·peroso, connaturato in ognuno che si dedichi allo stt1dio~ « Quasi tutti noi uomini. .. di precisa 96 Bibliotecaginobianco

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