Cronache e Memorie Biscaglia, in Catalogna ed in Castiglia costituisce un capitolo interessante della guerra; come e più delle bizze del tale ministro o delle 1nanovre del tale gruppo. La distribuzio-ne delle merci, il commercio, i prezzi: problemi risolti in condizio·ni difficilissime ed in modo brillante, come possono dimostrare certi casi di altri paesi che non sono ancora riusciti a. . . creare una rete commerciale efficiente o come si è verificato durante la guerra mo·ndiale nelle zone devastate·: vedi Napoli nel 1943! Così la scuola, così l'università, così la stampa: tutte cose che funzio-narono bene~ e che pro-gredirono persino, e contribuirono comunque ad un permanente confronto morale con chi gridava, dall'altra parte: « viva la muerte », e bruciava i libri di cultura o predicava: « abbasso la intelligenza »! Una considerazione a parte merita il problema della religione in quella zona della Spagna dove i preti non c'erano quasi più, e dove la popolazione era cattolica e praticante. Bisogna domandarsi quali risentimenti e quali rancori secolari muovevano gli uomini di Estremadura o di Levante, di Catalogna o di Castiglia, a « fare a meno della religione » ed a morire per la Libertà: altra magica parola che si sussurra e non si pronuncia a gran voce parlando della Repubblica libera ed indipendente di Spagna. Voglio soltanto esprimere i miei sentimenti di italiano che vi si recò a combattere, e che, come ho, detto,, non poteva, per certe fazioni politiche, essere in odore di santità. Mi sono sentito libero allora come non mai dopo. Libero di pensare, di so-gnare, di parlare. Libero di credere, senza oppressive circolari e apparati burocratici. Libero di' operare in u11a disciplina armata, mai ossessionante e sempre co·mprensiva. Libero di bruciare l'eterna fiamma degli. ideali come mai più mi è stato co-nsentito dopo. E voglio raccontare quello che mi accadde a Fuente d'Ebro, in pri~a linea, quando comparvi per la prima_ volta al fronte in veste di Commissario: sotto gli ulivi sco·ppiettanti .di pallpttole durn-dum, tra uomini acquattati lungo quasi un chilometro, tra il lamento• intermittente dei feriti. Ero un co.mmissario, dovevo essere « el primero .en avancar y el ultimo en retroceder ». Andavo tra i cqmpagni soldati a fare il mio dovere ed avevo nel cuore un tremore di emo,zione e di paura. Ad un certo punto un gruppo più folto di soldati mi sorrise: erano i veterani di Casa Campo, di Pozuelo, di Brunete, di Guadalajara, di ·Ciudad Universitaria ed erano le reclute imberbi di recente arrivo. Mi sorrisero e mi batterono le mani, sotto gli ulivi massacrati dalla mitraglia. Avevano intuito il mio stato d'animo; 87 Bi~liotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==