Clemente Maglietta russi e tedeschi (soprattutto russi), ma non c'è un controllo effettivo delle notizie e dei commenti. Il racconto pr~cede solo apparentemente in modo proporzionato- e nella consecuzione temporale, mentre, in realtà, è sproporzionato nei dettagli e nei giudizi storici. Anche le persone non vi sono· collocate giustamente - nel tempo e nello spazio ~ ma arbitra;riamente e seco-ndo un. ragionamento preventivo, dell'Autore, sulla base delle proprie simpatie ed amicizie. Annoterò gli esempi che giustificano queste affermazioni, ma mi sembra necessario dire subito - a scanso di equivoci - che ho appreso tante cose interessanti sull'altra parte in lotta, « sul settore nazio-nalista ~ fascista », ma tutto questo no-n ha fatto altro, eh.e sisteniare meglio i miei sentimenti ed i m1e1 giudizi, non modificarli. È un libro freddo, che non riscalda i cuori e non arricchisce le menti, e viene la voglia di domandarsi perché è stato scritto. L'Autore è inglese (ed è spiccatamente orgoglioso di questo), protestante (e lo manifesta nei giudizi sulla religione e sulla. chiesa), anticomunista (epidermico, ipersensibile, irridt1cibile ). Si dice cl1e sia laburista, ma da questo• non gli viene una particolare preparazione storica o dottrinale per cui i suoi giudizi, occasionalmente giusti, si rivelano super~ ficiali. E spesso non ne dà, di giudizi, 1na racconta o crede di racco11tare obiettivamente, mentre sceglie le luci e le ombre a suo· arbitrio. Sono chiare - indipendentemente dalla domanda iniziale: n1a perché ha scritto questo libro? - le preoccupazioni del Thomas: la politica inglese ed il comunismo « internazionale ». Una ossessione che lo porta a falsare i rapporti, anche nelle cose più semplici, fino ad attribuire ad alcuni, per no-ncuranza, posizioni inesatte e cariche n1ai occupate, mentre per altri, amici o nemici, purché inglesi, si cerca la minuzia anche inutile. La storia degli anni '30 no,n c'è. Non c'è la crisi americana e mondiale, non c'è il travaglio delle idee di destra e di sinistra, non c'è la dra111matica prova subita dai regimi de1nocratici. Non c'è la visione dei problemi del primo dopoguerra e non c'è neppure il tentativo di inserire la Spagna nel quadro di una politica mondiale, uscendo dalla meschinità biografica. Gli anni '30 sono gli anni del dece11nio fascista, della conquista dell'Etiopia, del dramma irlandese, delle rivolte coloniali! dei rigurgiti militareschi in Europa, di Hitler, della preparazione costante e co.nsapevole della guerra fascista, del consolidamento della Unione Sovietica, del New Deal di Roosevelt, delle gt1erre cinesi. E sono gli anni dei gravi errori delle democrazie t>ccidentali: gli an11i della Spagna, appunto, di Monaco, del non intervento, di Danzica, dei 78 Bibliotecaginobianco I \ .
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