Mario Di Bartolomei della strategia gollista se i democratici italiani non avessero nell'Europa federata, proprio oggi, quando sembra. più improbabile e più debole, la carta di ricambio all'Europa delle Patrie. Non vorrei accusare nessuno, ma ho la sensazione che il miglior servizio che potremmo rendere al gollisn10 sarebbe quello di peccare di real_politick. Ascoltiamo oggi troppi europeisti convinti di ieri affermare che non si deve piu fare una battaglia per l'Euro•pa, perché essa favorirebbe i piani gollisti. Mentre, d'altra parte, ascoltiamo troppi federalisti di sicura fede sostei nere che è meglio un cattivo avvio che niente. Né l'una né l'altra: l'Euro,pa si deve fare e dev'essere federale. E questo vale, intanto, sia per mantenere viva 11na prospettiva di fondo della politica occidentale e atlantica, sia per opporre al disegno gollista, anche sul piano tattico, una politica alternativa, in lt1ogo· del nulla che ha caratterizzato finora l'azione dei governi e delle forze democratiche. Perché non basta motivare con un no la nostra opposizione al gollismo: noi dobbiamo avere una politica di ricambio, sia sul piano finalistico che negli stadi intermedi della creazione di. n:u.ove strutture economiche e sociali. Se non opponiamo fin da oggi l'Europa federata all'Unione po-litica gollista, rischiamo- di veder prevalere la prospettiva moderata, perché, di fro·nte al vuoto, essa è qual~osa. Se permettiamo · che tutte le iniziative europeistiche vengano prese da De Gaulle e non da quelle forze che legittimamente possono ritenersi più euro-peistiche del nazionalismo gollista, le masse popolari, che hanno creduto · nell'Europa, e gli interessi economici chè il lJrocesso di integrazione ha proiettato su una dimensione europea, finiranno per co-nvincersi che interessi euro-pei e prospettive politiche europee si difendono sul piano del gollismo. Ma da parte di alcuni, pur convinti federalisti, di. fronte all'irruenza ricattatoria del generale, si prospetta una fase di attesa, « perché . De Gaulle non è eterno,»; e quasi un ritorno, nel frattempo, alla politica dei trattati bilatèrali, nell'ambito della solidarietà atlantica. Questa è la politica peggiore, per tutta una serie di motivi, ma in primo luogo perché · è fuori dal tempo: l'Europa si può sabotare frapponendole ostacoli di ogni sorta; si può indirizzare in un modo o nell'altro a seconda della prospettiva politica in cui ci si muo-ve; ma non si può ottenere, a nessun prezzo, che l'idea dell'Europa unita cessi di. ess_ere una .delle idee - forza del nostro tempo, che continuamente si fa prospettiva politica ed operante realtà strutturale. Se dovessimo individuare il segreto della forza di De Gaulle su tutti_ i suoi avversari in questo momento, diremmo che esso risiede proprio in questa coscie·nza che oggi, più che mai, gli europei e l'Occidente hanno bisogno dell'Eu74 \ ' Bibliotecaginobianco \ J I •
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