Note della Redazione atteggiare la materia, ma getta per di piz',iun'ombra fosca su tutta la stessa produzione scientifica dell'autore. Guai poi ad uscire fuori del campo di propria stretta specializzazione: come si può scrivere di' storia della seconda metà del '700, se ci si è sempre occupati soltanto della prima metà? corrie ci si può occupare di storia delle idee o della citltura, se non si sono affrontati mai altri temi che di storia economica o sociale? e co1ne potrebbe lo storic_o interessarsi anche di cose d'arte o di ricerche sociali? In particolare d_ebbono poi stare attenti i giovani, che sono assai spesso tali anche se battono da un bel po' la quarantina: che non recensiscano altri libri, se non quelli strettissimamente pertinenti al proprio argomento di studio; anzi che non recensiscano affatto; che si macerino in una lunga astinenza da ogni contatto profano con. ogni studio che li porti lontano dal loro argomento specifico; e così via. Così la purezza degli studi. scientifici è fatta salva. Di divulgazione si occupino i giornalisti, cioè una genia tenuta, nell'accademia italiana, nel più grande dispregio; si occupino i retori, i superficiali, gli incompetenti; i prolissi. Lungi il volgo prof ano etc. etc .. Ci si creda. La situazione è proprio questa: abbiamo solo caricato un poco le tinte. E quel che si dice degli storici si può dire, beninteso, di molte altre branche degli studi italiani. Il risultato lo si vede. Il _grande pubblico è disorientato e non ha niezzo di farsi un'idea · esatta, attin:ta a penne· attendibili, di cose remote e vicine, che pure gli stanno a cuore. Non è poi da meravigliarsi se si vedono correre per le mani della gente carte a stampa che sarebbero state assai meglio ittilizzate in diversa manie_ra. E meno male quando, se non altro, c'è la verve di un Montanelli a vivificare la storia di Roma e dei Greci! Ma ciò non vieta agli accademici italiani di considerare con sufficienza e degnazione anche le più vali4e opere di divulgazione, fossero pure firmate da nomi di primo piano·: Piero Citati, sempre sul « Giorno » ha scritto, a questo proposito, cose sacrosante! . Siamo, naturalmente, lontani dal credere che questa situazion.e sia peculiare agli studi italiani. L'accademia è tale sotto tutti i cieli. Ma i~ genio vivace e attraente del racconto che caratterizza la cultur:a anglo-sassone, la presenza di ·un.a cultura 1nedia estrenzamente attiva ed efficace come in Francia: qitesto, si, dòbbiarno riconoscere che in Italia n.on c'è. Siamo, dunque, destinati a perp~tuare l'arcadica segregazione degli studi dalla società, che pure, in qitalche 1nodo, certo a suo modo, degli studi vorrebbe sapere un po' più di _quanto riesca a saperne in Italia? Noi rispondiamo subito di no. Ma è necessario che un. po' tutti ci si pensi e si favorisca l'avven.to di tln diverso costume accademico e letterario. Una scelta napoletana Con. la elezione del prof. Vincenzo M. Pab-nieri è stata di recente risolta anche la questione, così a lungo protrattasi, della presidenza del Corisorzio per l'area industriale di Napoli. La scelta ha sorpreso rnolti e per molte 66 \ Bibliotecaginobianco •
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