Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Note della Redazione atteggiare la materia, ma getta per di piz',iun'ombra fosca su tutta la stessa produzione scientifica dell'autore. Guai poi ad uscire fuori del campo di propria stretta specializzazione: come si può scrivere di' storia della seconda metà del '700, se ci si è sempre occupati soltanto della prima metà? corrie ci si può occupare di storia delle idee o della citltura, se non si sono affrontati mai altri temi che di storia economica o sociale? e co1ne potrebbe lo storic_o interessarsi anche di cose d'arte o di ricerche sociali? In particolare d_ebbono poi stare attenti i giovani, che sono assai spesso tali anche se battono da un bel po' la quarantina: che non recensiscano altri libri, se non quelli strettissimamente pertinenti al proprio argomento di studio; anzi che non recensiscano affatto; che si macerino in una lunga astinenza da ogni contatto profano con. ogni studio che li porti lontano dal loro argomento specifico; e così via. Così la purezza degli studi. scientifici è fatta salva. Di divulgazione si occupino i giornalisti, cioè una genia tenuta, nell'accademia italiana, nel più grande dispregio; si occupino i retori, i superficiali, gli incompetenti; i prolissi. Lungi il volgo prof ano etc. etc .. Ci si creda. La situazione è proprio questa: abbiamo solo caricato un poco le tinte. E quel che si dice degli storici si può dire, beninteso, di molte altre branche degli studi italiani. Il risultato lo si vede. Il _grande pubblico è disorientato e non ha niezzo di farsi un'idea · esatta, attin:ta a penne· attendibili, di cose remote e vicine, che pure gli stanno a cuore. Non è poi da meravigliarsi se si vedono correre per le mani della gente carte a stampa che sarebbero state assai meglio ittilizzate in diversa manie_ra. E meno male quando, se non altro, c'è la verve di un Montanelli a vivificare la storia di Roma e dei Greci! Ma ciò non vieta agli accademici italiani di considerare con sufficienza e degnazione anche le più vali4e opere di divulgazione, fossero pure firmate da nomi di primo piano·: Piero Citati, sempre sul « Giorno » ha scritto, a questo proposito, cose sacrosante! . Siamo, naturalmente, lontani dal credere che questa situazion.e sia peculiare agli studi italiani. L'accademia è tale sotto tutti i cieli. Ma i~ genio vivace e attraente del racconto che caratterizza la cultur:a anglo-sassone, la presenza di ·un.a cultura 1nedia estrenzamente attiva ed efficace come in Francia: qitesto, si, dòbbiarno riconoscere che in Italia n.on c'è. Siamo, dunque, destinati a perp~tuare l'arcadica segregazione degli studi dalla società, che pure, in qitalche 1nodo, certo a suo modo, degli studi vorrebbe sapere un po' più di _quanto riesca a saperne in Italia? Noi rispondiamo subito di no. Ma è necessario che un. po' tutti ci si pensi e si favorisca l'avven.to di tln diverso costume accademico e letterario. Una scelta napoletana Con. la elezione del prof. Vincenzo M. Pab-nieri è stata di recente risolta anche la questione, così a lungo protrattasi, della presidenza del Corisorzio per l'area industriale di Napoli. La scelta ha sorpreso rnolti e per molte 66 \ Bibliotecaginobianco •

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