Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Note della Redazione le soglie del ristretto spazio clie comprende il nostro « pubblico colto». Né del resto avrebbe potuto essere diversamente in un paese che tuttora è afflitto dal peso 4i un analfabetismo sempre troppo diffuso; nel quale sono ormai più di duecento anni che si polemizza contro forme arcadiche e accademiche di cultura, assolutamente deteriori; e nel quale la divisione tra gli « intellettuali» e gli « altri» è profonda, in tutti i sensi e a tutti gli effetti. E giustamente si è sempre visto nella situazione culturale del nostro paese uno degli elementi primari e determinanti della sua fragilità etico-sociale ed etico-politica. Sulla scorta di queste considerazioni confessiamo di non riuscire a capire le ragioni per le quali così prontamente e unitarianiente i nostri « intellettuali » si sdegnano contro le niolte pubblicazioni a dispense· che in questi anni si sono venute diffondendo in Italia ad iniziativa di molti editori e cfie hanno indubbiamente riscosso un grande successo, se di alcune pubblicazioni si sono avute rapidamente ripetute ristampe e per altre si parla di centinaia di migliaia di copie vendute. Saremo certamente gli ultimi a negare i vistosi difetti di molte di queste opere (ma non di tutte): cattivo gusto nella presentazione, imperfezioni tipografiche (gravi, talvolta, specialmente per ciò che riguarda· i colori), errori o sviste patenti, semplicismo -di alcune impostazioni e modi di porgere la materia e così via. Ma può bastare la considerazione di tali difetti a consigliare di assumere nei riguardi di queste pubblicazioni lo sdegnoso atteggiamento della virtù offesa? Crediamo - detto francamente - di no. Si potrà pensare di queste pubblicazioni quello che si vuole, ma esse vengono incontro ad un bisogno reale, come prova l'accoglienza che hanno avuto; e nella misura in cui colmano un vuoto, soddisfano una sete impellente, esse sono meritorie. Per la prima volta in decine e decine di migliaia di famiglie italiane, spesso finora precluse ad ogni genere di libro, entrano trattazioni di storia e di geografia, di arti plastiche e figurative; entrano i testi biblici; entrano testi di letteratura, anche per l'infanzia; entrano enciclopedie di ogni genere. Si può, si deve far meglio: ma da questo a sostenere che si debba proporre l'ostracismo contro tutto ciò che non risponda a determinati canoni, ce ne corre. In una situazione culturale modificata, quando le esigenze primarie saranno soddisfatte, alcuni rilievi potrebbero essere capiti assai meglio. Ma se oggi la situazione è quella che è, e se essa permette lo spaccio facile e sicuro di tanta 1nerce editoriale, assumere la veste dei moralisti e ironizzare s_ui trionfi del rotocalco è fin troppo facile, anche se non lo si fa con la pesantezza di « Paese Sera» e lo si fa invece con l'amabilità e il gusto di Gabriele· Baldini su « Il Mondo ». Assai preferibile sarebbe - ci sembra - una disposizione più fraterna, e anche più indulgente, verso la situazione di carenza e di bisogno da cui fenomeni del genere traggono la loro origine. Tanto più, poi, in quanto, se si analizzassero le cose fino in fondo, potrebbe anche darsi che una certa parte di .responsabilità tocchi anche agli uomini di cultura italiani e al loro atteggiamento in ciò che concerne i loro rapporti . Gon la cultura di massa. 64 \ Bibliotecaginobianco

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