Nlarco Cesarini Sforza cento) quelle per il vestiario ·e l'abbigliamento: le spese per i trasporti erano all'ultimo posto, precedute anche dalle_ spese. per gli spettacoli e i divertimenti. Oggi le spese per alimentazione sono lievemente diminuite in percentuale (38 per cento). Sono aumentate invece fino al 30 per cento del reddito individuale le spese per abitazione. L~ spese per i trasporti sono· balzate al terzo posto in classifica ( 15 per cento) avendo superato· orinai anche le spese per il vestiario (alquanto ridotte grazie ai progressi tecnologici del settore stoffe e confezioni). Importanti modificazioni si sono prodotte anche nei punti di sbocco commerciale di questo· flusso di denaro. Dieci anni fa c'erano a Roma circa 30.000 licenze commerciali individuali e non più di quattro o cinque grandi magazzini. Oggi le licenze commerciali sono circa 60.000 e funzionano non meno di 50 punti di vendita a catena, i quali raccolgono da soli almeno il 20 per cento delle disponibilità monetari_e cittadine. Negli anni tra il 1960 e il 1963 inclusi, il numero dei fallimenti tra i piccoli e medi commercianti individuali ha superato a Roma quello di Milano: 2.395 contro 2.212. Ra.ma è_ una città dove non è più agevole vivere, lavorare, spendere oculatamente il proprio denaro. È una città « senza metodo », dove· poche son le cose che funzionano, _dagli ospedali alle scuole, dai telefo11i ai trasporti· collettivi, dai rifornimenti alimentari, sopratutto in latte, ai servizi pubblici, so·pratutto per quanto riguarda la viabilità e la . regolare erogazione di energia elettrica e termica. Per una città di quasi due milioni e mezzo di abitanti ci sono soltanto 25 asili-nido pubblici e quattro o cinque privati, per un complesso di mille posti, quando ogni anno nascono 40.000 bambini!. Ci sono· più di 100.000 bimbi fra i tre e i sei anni; ma i posti a disposizione nelle scuole materne comunali e provinciali sono appena circa 40.000. Il 50 per cento degli obbligati, nel 1962, ancora non proseguiva gli studi dopo l'undicesimo anno· di ·età. Molte scuole hanno tre turni giornalieri, quasi tutte ne hanno due. Nelle fabbriche metalmeccaniche, ogni anno, si infortuna un operaio su cinque·; in quella tessile uno su quattro; nella edilizia. uno su tre. Tra il 1948 e oggi il numero complessivo degli infortuni-~nno è passato da 380.000 a 1.100.000. Il 70 per cento delle aziende no•n si attiene, secondo· ammissioni ufficiali del Ministro del Lavoro nel 1962, alle ]).Orme per la sicurezza previste dalla legge. Dalle 100 alle 120 perso-ne muoio_no ogni anno uccise dal gas, prodotto in economia. Milioni di ore di lavoro vengono perdute grazie ali~ inefficienze d'una burocrazia riottosa quanto parassitaria. Roma è una città defatigante, disorganizzata come un frettoloso accampamento, spesso inumana e 60 \ \ Bibliotecaginobianco
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