.. \ Marco Cesarini Sforza Il più importante serbatoio di romani « n~ovi » è naturalmente il Lazio. Oltre il 42 per cento di_ coloro che ogni a~no giungono nella capitale è formato da elementi provenienti, nell'ordine, dalle provincie di Frosinone, Rieti, Viterbo e Latina. Roma fun~iona come una enorme pompa aspirante, che svuota di uomini e di forze le zone contermini e più povere. Nel 1931 la po-polazìone totale del Lazio era così distribuita: a Roma il 61,43 per cento, a Frosinone il 16,12, a Viterbo 1'8,96, a Latina il 7,10 e a Rieti il 6,39. Nel 1959 la situazione era invece la seguente: a Roma il 67,38, a Frosino·ne il 12,52, a Latina 1'8,42, a Viterbo . . il 7,06 e a Rieti il 4,55. Mancano dati più recenti. Si può ben valutare, però, che a Roma si accentri oggi più del 70 per cento della popolazione della regione laziale, che Latina sia vicina al 9 per cento, e che Rieti, Viterbo e Frosinone siano pressoché spopolate. A rifornire Roma di uomini, do-po il Lazio, è l'Umbria, da cui proviene più del 28 per cento degli immigrati. Seguono l'Abruzzo e la Campania. In totale, le regioni settentrionali forniscono appena il 22 per cento del flusso migratorio c_he si attesta nella capitale: il 78 per cento è fornito dalle regioni ce11tro-meridionali. È una immigrazione di « poveracci ». Un'indagine compiuta tra i 21.447 dipendenti dai ministeri delle Finanze e ·del Tesoro, per accertare la loro origine· regionale, ha stabilito cl1e il 38 per ce11to pro-viene dal Nord e il 62 ·per cento dal Centro-Sud. Ma una analoga ricerca tra i baraccati ha stabilito che, in quell'ambiente, colo-ro che vengono dal Nord sono solo il 12 per cento del totale, mentre 1'88 per cento è costituito· da quelli del Centro-Sud, con prevalenza dei meridionali, siciliani e sardi. Si tratta di u·na immigrazione gio-vane. Il 47,5 per cento degli immigrati è compresa tra i venti e i quaranta anni; il 29,5 per cento ha meno di venti anni. Chi sono gli immigrati? Una minima percentuale denu11cia mestieri agricoli o possiede qualche esperienza nel settore della produzio-ne e della distribuzione delle merci (industria, artigianato, commercio). La aliquota più elevata - pari al 30 per cento nel 1951, ma attualmente sicuramente più elevata - è data dalle cosidette « condizio-ni non professionali », e cioè da capi-famiglia che cercano occupazione, un'occupazione che consenta loro di vivere meglio di quanto non vivessero nei luoghi di origine. C'è da dire che molti, però, proprio per questa ragione, o meglio per questa speranza, non denunciano la loro primitiva condizione di contadini. Abbandonata· la terra,· no·n vogliono più tornarvi, e pensano che il primo gradino della loro promozione· sociale consista nel non denunciare la vecchia condizione, per tema di doverla riabbracciare. Seguo-no·, comunque, gli addetti alla amministrazione pubblica (22,9 per cento): si tratta anche .. 56 Bibliotecaginobianco •
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