Rorna-regione Più all'interno, ecco i vecchi quartieri già periferici o semiperiferici, che sono forse quelli meno rovinati dalla sporpositata crescita della città. Poi il centro e, in mezzo ad esso, il centro storico. Per la verità, già da almeno quindici anni il centro storico no11 corrisponde più al centro geografico o, meglio, al centro urbanistico, che si è spostato verso sud e che attualmente coincide, probabilmente con Piazza San Giovanni in Laterano. Ma a questo decentramento geografico ha corrisposto·, paradossalmente, un accentramento delle funzioni sociali nella zo-na antica. Fino a venti anni fa, ad esempio, il centro storico era praticamente privo di negozi, tranne che per la Via del Tritone e un breve tratto del Corso. Le str"ade commerciali si aprivano in quella che, allora, era considerata una media periferia, come Via Cola di Rienzo, Via Candia, Via Vicenza, la stessa Via Nazio-nale. Al centro storico è stato sovr.apposto, adesso, non soltanto il centro burocratico-direzionale della città; ma il centro commerciale. In un cerchio di 500 metri di raggio, face11do centro a Largo Goldoni, ci sono sei grandi magazzini, tre supermercati, tutti i teatri e i cinematografi più importanti, le sedi di venti banche, le direzio11i e le esattorie dei principali servizi pubblici, Montecitorio, il Senato, la Presidenza del Consiglio, tre Ministeri. I vecchi rioni, ~ontemporaneamente, si spopolano di abitanti permanenti per far posto alle abitazioni « uso· ufficio » che concentrano il traffico tra le vecchie strutture. Trastevere aveva quasi 60.000 abitanti nel 1951 e ne conta adesso poco più di 30.000. Nella zona centrale si riversa ogni giorno una folla di oltre un milione di persone. C'è una giustificazione umana. I nuovi quartieri periferici sono veri e propri dormitori, nei quali non si può far altro c!:ie andare a trascorrere le ore destinate al sonno. Vi mancano le più elementari strutture della vita associata, buoni mercati, negozi efficienti (i commercianti improvvisati da ur1a larghissima politica delle licenze comunali vi falliscono a cate11a), persino· locali di spettaco1i: niente, insomma, che vi trattenga la gente, che fornisca l'embrio11e di una vita rionale organizzata, che codifichi u11 modo civile di trascorrere la giornata, che stabilisca un rapporto facile e decentrato tra il cittadino e l'autorità comunale o statale. In queste condizioni, venire al centro per fare la spesa, a divertirsi, a trattare le proprie pratiche e i propri affari, diventa una assoluta necessità. . È troppo noto, a questo punto, qual'è l'attuale aspetto del centro storico romano: non occorre insistere nella deprecazione. I dati di fatto sono i seguenti. Dal 1927 al 1947, in venti anni, f11rono immatricolate a Roma 100.000 automobili. Ma dopo un .qui11dicennio, nel 1962, 100.000 . . altre automobili vennero immatricolate nello spazio di un solo anno, passando così dalla targa numero 400.000 a quella numero 500.000. Rece1151 Bibliotecaginobianco
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