Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

µoma-region~ giungere i tre milioni di abitanti prima del 1975 e i cinque milioni alla fine del secolo. Ma già da o·ggi Roma è divenuta una città-regione almeno dal punto di vista demografico. Venti anni fa Roma comprendeva circa il 63 per cento della popolazio·ne totale del Lazio. Oggi ne comprende circa il 70 per cento. Ha· spopolato le pro.vince di .Viterbo, Rieti e sopratutto Frosinone, mentre soltanto Latina m_antiene un certo ritmo di sviluppo. · Nel 1951, del resto, e_ra accentrato nella capitale appena il 3,6 per cento dell'intera popolazione italiana: oggi siamo assai vicini al 5 per cento. Mentre la popolazione italiana è poco più che raddoppiata dal 1871 ad o,ggi, quella di Roma è cresciuta di dieci volte .. Alla crescita demografica sì è accompagnato naturalmente un enorme. sviluppo· edilizio. Dal 1951 al 1961 venne at1torizzata la « costruzione _di vani e accessori per solo uso di abitazione » per circa 1.800.000 u11ità, dei quali 1.200.000 effettivamente costruiti (licenze di abitazione). Nei tre anni successivi si è aggiunto almeno un altro mezzo, milione di vani. Il numero degli· alloggi censiti è cresciuto di quattro volte nell'ultimo ventennio,. La superficie della città era, venti anni fa, di circa 18.000 ettari ed è o·ggi di circa 40.000, avendo raggiunto quasi ovunque la linea-limite del piano re.golatore del 1931. I n11ovi quartieri periferici sorgono a venti chilometri dal vecchio centro. La rete stradale è passata da circa cinque milioni di mq. di superficie a circa ventidue milioni. -Immagine della città. - Tutto ciò l1a profondamente .mutato il volto tradizionale di Roma. Per coloro che sono oggi tra i quaranta e i cin-· , quanta anni di età il cambiamento è impressionante e doloroso. Si può affermare che fino ai limiti degli anni cinquanta lo_sviluppo, che Roma aveva pur· avuto, non era riuscito a manomettere e a distruggere il carattere tradizionale della città - il « paesone » umbertino - come hanno fatto i terribili dieci .anni successivi. Dalla periferia al centro, tutto è mutato sotto i nostri occhi. Ancora venti anni or sono l'accesso a Roma dalle grandi strade consolari o pèr le linee ferroviarie era bello e cordiale. Si entrava in città dalla Cassia e dalla Flaminia incontrando una teoria di ville dotate di ampi giardini; dall'Aurelia sboccando• sul tratto antico e romantico• della stessa illustre strada; dalla Via Appia e dalle alt~e arterie verso sud e sud-est, come da quelle portanti al mare, osservando i ruderi tra le · aperte e distese campagne, o tra pinete intatte, o ancora costeggiando borghi e quartieri di recente costruzione, ma.di aspetto civile. Il fascismo aveva almeno il pudore di nascondere e decentrare. le sue borgate-campi di concentramento. Ma adesso Roma· si annuncia al viaggiatore in be:ri 49 Bibliotecaginobianco

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