" Napoli-regione l'economia italiana, a condizione che il suo livello sociale, civile ed economico si elevi. Si tratta di proseguire una grande operazione che sarà redditizia domani, ma che oggi non potrà non rappresentare un sacrificio per tutti, uno scotto pagato da quelli che stanno bene a quelli che da secoli stanno invece molto male. Se perciò mancano .le infrastrutture, è lo Stato· che vi deve provvedere e lo Stato deve anche provvedere · in vari modi a colmare lo svantaggio delle aziende installate in località inizialmente meno· adatte, ed anzi deve creare co-ndizio·ni di incoraggiamento e di convenienza. In questo quadro può addirittura capovolgersi il tipo di intervento proposto; anziché provvedere ad un ulteriore balzo in avanti delle zone più dotate, lasciando indietro le altre, può essere forse più utile partire invece da queste -ultime e raggiungere poi gradualmente le prime. Una tendenza inveterata nel nostro paese, 'storicamente giustificata, ma non per questo ·meno dannosa, è da ricercare in una particolare mentalit~ che considera Je circoscrizioni amministrative come confini, e la n·azione non come unità organica, fatta di cellule integrate, ma come un mosaico composto da pezzi giustapposti, e non saldati insieme. Oggi comincia a farsi strada la certezza che la città è un tutt'uno col suo territorio# di influenza, e che i suoi problemi si risolvono in un quadro sufficientemente ampio e integrato. Lo stesso criterio deve affermarsi anche per la regio-ne, i cui limiti amministrativi non debbono rappresentare co·nfini, 1na linee di saldatura. Anche la regio-ne deve affondare le sue radici nelle sue zone di influenza lungo direttrici e canali che sono rappresentate dagli assi di comunicazione, che, sovrapponendosi a tutto il territorio, formano una rete di legami nelle cui maglie passa il flusso deì co·ntatti e degli scambi. Oggi, psicologica mente, l'Italia è spaccata in due dall'Appennino, e lo è anche materialmente a cagione della lunghezza e della difficoltà dei co·ntatti affidati a ferrovie insufficienti e a strade vecchie, a volte addirittura antiche. Uh napoletano va più facilmente e volentieri a Genova che a Pescara o a .Catanzaro·. Ebbene è necessario che una tale mentalità, confermata dalle deficienze delle attrezzature e dalle difficoltà naturali, sia capovolta. Fino a quando non saranno soppresse quelle inutili ed arbitrarie circoscrizioni amministrative che sono le provincie, che dovrebbero essere riassorbite nelle regioni, fino a quando si potranno pro·mu~vere piani settoriali senza che vi sia uno strumento che li coordini e li proporzioni, fino a quando, nella nostra regione campana tutte le iniziative punteranno nella direzione più facile, cioè quasi soltanto sulla 45. Bibliotecaginobianco
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