.... ,.._ Napoli-regione sarebbe lecito sperare di 110n rompere i contatti almeno settimanali con la propria famiglia, faremmo di tutto per trasferirci qui e non altr9ve, evitando di correre l'avventura penosa e spesso dura di cl1i emigra lontano, esposto alle incognite del nuovo ambiente, e spesso al disprezzo di cui è oggetto il povero cafo11e meridio·nale. Faremmo, cioè, il ragionamento che fanno coloro che preferiscono oggi Milano ad Amburgo e che do1 mani preferiranno Aversa a Milano. Se molti, se la maggioranza facesse questo stesso ragionamento e fosse animata da questi sentimenti verrebbe a determinarsi un dirottamento delle correnti migratorie attuali verso la fascia attiva o verso l'asse economico, provocando uno spostamento di popolazione verso, la zona più vicina alla costa. E poiché gli abitanti della fascia attiva sarebbero certo i meno pronti a muoversi perché frenati dall'inerzia derivante da una condizione che non è del tutto di disoccupazione, e comunque perché con infiniti nodi materiali e spirituali legati alla città, il risultato finale sarebbe quello di aumentare la congestione lungo la costa, a spese dell'interno. Gli squilibri della regione, quindi, si accentuerebbero. Non desta meraviglia che nelle impostazioni date ai piani delle aree industriali non ci si sia posti qt1esto problema. Esso esula dai propositi di tali iniziative e, anzi, in certo modo le favorisce, alimentando la prospettiva del ripetersi, su scala regionale, delle condizioni di favore che determinarono, su scala nazionale, il così detto miracolo economico, condizioni che si concretano in una larga offerta di mano d'opera a basso costo. Che ciò favorisca l'accentuarsi dello squilibrio economico tra zone depresse e zone sviluppate della regione, con il ripetersi in sede regionale dello stesso fenomeno verificatosi su scala nazionale, non può preocct1pare gli industriali che non investono certo i loro, capitali per fini filantropici. Desta invece molta meraviglia cl1e gli egregi studiosi, autori delle ipotesi di piano regionale, non siano stati toccati da dubbi di tal genere. Se lascio correre la mia immaginazione, mi par di vedere quel che accadrà quando il polo di Battipaglia o l'asse economico PaestumBattipaglia · saranno realizzati. Per le povere popolazioni del Cilento, della zona di Eboli e oltre Eboli, del versante occidentale della Basilicata, l'effetto sarà simile a quello che farebbe un barattolo di miele presso un nido di vespe affa1nate. Niente decongestionamento della zon~ attiva, previsto dal gruppo di studi per il Piano Regionale, ma, invece, una supercongestione. Lo stesso discorso può ripetersi pér il polo di Mondragone, e per tutte le altre zone, asse economico o non, situate nella fascia attiva della regione. Questa, anziché essere come ora, premuta soltanto dal mare, verrebbe a trovarsi premuta anche dall'in43 Bibliotecaginobianco
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