Giulio De Luca o in corso di attuazione ad- opera della Cassa per il Mezzogiorno, non potrà non elevare le più alte m~raviglie nell'apprenc;Iere che sia l'ipotesi per il Piano Regionàle, sia il piano delle aree ·industriali della provincia di Salerno prevedono· grossi insediamenti urbani ed industriali nella piana del basso Sele, da Paestum a Battipaglia, dove la Cassa ha realizzato forse la più importante delle o-pere di trasformazio11e e risariamento agrario della Campania. L'area della bonifica del basso Sele è oggi una delle meglio ·organizzate e produce un reddito agrario tra i più elevati. Ad accrescere la contraddizio·ne fi110 ad un livello veramente incredibile si aggiunge la coincidenza che l'asse economico dell'area di Salerno ha inizio proprio da quella zo-na di Paestum che per le sue ricchezze archeologiche è una delle più importanti d'Italia e forse del mondo. - Poiché anche per la zona di Mondrago,ne possono avanzarsi analogl1e obbiezio·ni, esse co·ntribuiscono a rafforzare il giudizio negativo sulla opportunità di prevedere concentrazioni industriali e residenziali così massicce in queste località, da qualsiasi parte esse vengano proposte. Si dirà che, per quanto gravi possano apparire queste critiche, esse sono pur sempre riferite a questio-ni di dettaglio, che non infirmano i criteri generali del Piano Regio,11ale, né quelli dei piani delle aree industriali a scala provinciale, a.lmeno per quanto concerne i problemi urbanistici. Vi sono tuttavia aspetti generali del problema che . non si possono sottovalutare, e che riguardano direttamente le conseguenze di simili iniziative su tutto il territorio della regione, conseguenze che a mio giudizio potrebbero essere del tt1tto opposte a quelle perseguite dal Piano regionale e dicl1iarate dagli ideatori dell'asse economico· Battipaglia-Latina. Che cosa accadrà se queste iniziative saranno messe in atto? Per arrischiare una risposta, piuttosto che fidarsi di congetture astratte che traggono valore da statistiche, da indagi11i sulle correnti migratorie, da criteri teorici studiati a tavolino, mi pare ci si debba porre un'altra domanda, la più semplice e la più banale possibile. Questa: « se noi fossimo figli di contadini di una delle zone montane e depresse della Campania, ed avessimo l'angoscioso problema di tro·var lavoro perché la terra po·vera ed arida no11 è sufficiente a nutrirci, e se avessim? frequen~ato la scuola di qualificazione professionale, condizione questa necessaria per qualsiasi trasferimento, che cosa faremmo? >) A me pare che cercheremmo lavoro nel luogo più prossimo tra quelli in cui fo.sse possibile trovarlo; e se questo luogo si potesse trovare nella propria regione, dove si parla il proprio dialetto, dove 42 Bibliotecaginobianco •
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