Napoli-regione giungere la quale era necessario partire dalla situazione presente. Né si poteva sperare di risolverne le gravi difficoltà in un così breve perio,do di tempo. Questa considerazione dovrebbe indurre ad attenuare le critiche alle impostazioni economiche del piano. Molto più confusa è la situazio·ne riferita ai piani consortili di sviluppo delle aree industriali a scala provinciale intorno ai quali si svolgo·no polemiche e lotte sotterranee. I giudizi qui si accavallano e si contraddicono sia a cagione della settorialità della materia trattata, sia della limitazione territoriale e dell'autonomia degli interventi proposti, sia per il diverso stadio di avanzamento degli studi e delle proposte in atto o in gestazio-ne, ma soprattutto a cagione degli interessi in contrasto. Il quadro della regione non è completo perché il consorzio per la provincia di Napoli è tutt'ora in via di costituzione. Vi so·no, però, alcuni studi preliminari redatti e pubblicati che possono· avere un certo valore indicativo, limitatamente al tipo e al peso degli interventi cl1e si può desu1nere saranno proposti dal futuro piano. È certo tuttavia che gli investimenti industriali saranno tutti proposti nella fascia attiva della regione, anche perché la provincia di Napoli, nella quale il consorzio sta per attuarsi, ricade integralmente in questa fascia. In fase più avanzata è lo studio per il piano del consorzio nella provincia di .Salerno, già portato all'esame del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno. Tuttavia, anche qui la situazione è fluida, poiché il _Comitato, mentre formalmente hà dichiarato il piano meritevole di approvazione, l1a espresso, riserve così notevoli alle parti nelle quali esso si articola, .da proporre praticamente un radicale riproporzionamento ed una radicale- revisione. Uguale sorte è toccato al pia110 del consorzio per la provincia di Caserta. Poiché la pro,vincia di Benevento è tutt'ora assente, l'unica che ha definito i suoi programmi e li ha, anzi, in gran parte attuati, è la provincia di ·Avellino, che, dei 6.000 posti di lavoro previsti nel suo nucléo, industriale, ne ha già realizzato circa 4.500. Nel piano per la provincia di Salerno, il tipo di intervento per poli di sviluppo proposto dal Comitato di studi per il Piano regionale, è stato sostituito da un tipo più moderno ed aggiornato di interve11to che si articola in assi così detti economici, ai quali fanno capo quattro aree di sviluppo industriale con centri a Battipaglia, a Salerno, a Cava dei Tirreni e a Mercato San Severino. Il piano spinge le sue previsioni fino al 1973. I posti di lavoro previsti sono: per l'area di Battipaglia, 39· Bibliotecaginobianco
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