Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

/ Napoli-regione della popolazione nel quindicennio dal 1956 al 1971, previsioni e ipotesi assunte poi a base dal gruppo di studio presieduto dal Prof. Carlo Cocchia, il quale, è opportuno precisarlo•, giunse a formulare a sua volta soltanto alcune ipotesi di piano, ipotesi che sono tuttavia chiaramente indicative. Il territorio campano era schematizzato secondo una suddivisione in tre fasce parallele alla costa che, conformemente alle loro caratte .. ristiche, erano denominate: attiva quella costiera da Mondrago·ne a Battipaglia, intermedia quella immediatamente a monte ed estensiva quella comprendente le zone montuose appenniniche ed il Cilento. Questa schematizzazione riflette da vicino la realtà sociale ed economica della Campania, tanto chiaramente da essere stata assunta perfino- nel linguaggio corrente. Nel citato studio erano· sufficientemente esaminate le ragioni dello squilibrio tra le zone, e le caratteristiche di queste; il linguaggio delle tabelle e dei grafici è estremamente drammatico; lo squilibrio si ripresenta nella sua cruda realtà sotto qualunque profilo questa venga esaminata, sia in riferimento al rapporto esistente tra il peso dell'industria e quello dell'agricoltt1ra e dei servizi, sia in riferimento al numero di occupati nei tre settori, sia in riferimento al reddito esaminato per settori di attività o globalmente per le tre zo·ne, sia in riferimento a tutti gli altri fattori dell'economia, della produzione, della demografia, che sono stati presi in esame. Se si considerano inoltre gli investimenti nei vari settori di attività riferiti alle tre zone suddette non può che constatarsi quel che era facile immaginare, e cioè che lo squilibrio tende ad accentuarsi. Esaminando poi le condizioni particolari dell'agricoltura, che anch'essa presenta squilibri fortissimi tra la zona estensiva, quella intermedia e quella attiva, il Prof. Rossi Daria giungeva alla conclusione che per un primo passo verso il risanamento dell'attività agricola nelle zone a più basso reddito, è indispensabile che si giunga ad un riproporzionamento, rispetto· alle capacità produttive del territorio, della popolazione agricola, che dovrebbe subire una forte contrazione: valutata, al 1971, in 160.000 unità 1 • Questa mano d'opera messa in libertà dovrebbe trovare occupazione in attività extra-agricole. Le ipotesi assunte per il Piano Regionale precisavano che il numero di nuovi posti di lavoro prevedibili per il 1971 (a condizione che in tutto il quindicennio si potesse contare su di un incremento, annuo del reddito pari al 6,4% e che le quote destinate ad investimenti si potessero mantenere entro valori oscillanti tra 80 e 100 miliardi all'an1 v. Piano regionale della Campania - voi. I, Relazione Novacco, pag. 11. 37 Bibliotecaginobianco

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