Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Napoli-regione individuate e anche potenti, e che si avvalgono di strumenti legislativi efficaci. Né si possono dimenticare i piani per lo- sviluppo e la ristrutturazio-ne dei comprensori agricoli, promossi o attuati dai vari enti per la riforma agraria; quelli della Cassa per il Mezzogiorno; quell~ per il riordinamento delle industrie a partecipazione statale; quelli delle varie società per la costruzione e gestione delle nuove autostrade; quelli dell'A.N.A.S.; quelli delle Ferrovie dello Stato; quelli dell'INA-Casa, dell'UNRRA-CASAS e dei numerosi enti per l'edilizia sovvenzionata; quelli per le scuole; quelli per la conservazione del paesaggio e delle zone di interesse storico e monumentale (piani paesistici e piani di restauro co,nservativo) ecc. ecc., fino ai piani urbani che investono l'abitato dei vari co-muni e che sono a loro volta il risultato di un elaborato. mosaico, su alcuni particolari del quale non è infrequente che le amministrazioni comunali non abbiano potere né ingerenza alcuna. Da questo più che incompleto quadro è facile desumere il caos e lo sperpero che regnano sovrani. È motivo di grande soddisfazione apprendere che l'attuale governo si propone il rila11cio dei piani regionali, che, nel quadro della legge urbanistica attualmente allo· studio della Commissione del Ministero dei LL.PP., e che dovrà unificare tutta la materia legislativa in questo importante settore, so·no i soli strumenti atti a coordinare, regolare, pro-porzionare ed assorbire le varie iniziative che ora sono invece autonome e quasi sempre divergenti. Nella attesa che venga ripreso il lavoro per portarli avanti, non sembra inopportuno cercare di chiarirsi le idee, mettendo a confro·nto quanto tino ad oggi si è fatto nella nostra regione e si va facendo. È opportuno, tuttavia, ancora una volta ricordare che qui ci interessano più gli aspetti urbanistici del problema che no-n le premesse economiche e sociali che do,vranno essere approfondite da chi ne ha la competenza. E d'altra parte va sfatata la convinzione troppo diffusa che l'urbanistica altro non sia se· non l'applicazione pedissequa e subordinata di programmi econo·mici. È vero invece che questa disciplina è condiziqnata da molti fattori che non dipendono solo· dalla programmazione economica, ma sono più di questa legati alle· condizioni fisiche e ambientali del territorio, oss_ia ad una realtà fisicamente, storicamente e spiritualmente determ_inata. Anche l'urbanistica fa le sue scelte ed è .dotata di una sua auto·nomia. Non si" tratta dunque di realizzare una subordinazione dell'urbanistica alla · programmazione eco·nomica, quanto piuttosto· di provocare un incontro·; incontro che è co·ndizione necessaria per un buo·n piano; per un piano, cioè, che partendo da indagini economiche . e da istanze politiche persegua i suoi obbiettivi 35 s··bliotecaginobianco

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