Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Napoli - • regione di Giulio De Luca I Non mi pare inutile, nell'accingermi a tentare un esame critico dello stato della pianificazione in Campania, farlo precedere da una precisazione nella quale è già implicito un giudizio: le statistiche, i complessi calcoli economici, e tutte le altre analisi possibili non avrebbero che uno scarso valore senza la guida di una approfondita conoscenza storica dei problemi; e basterebbe soltanto questa constatazio,ne per rendersi conto della complessità dell'indagine e della difficoltà di elaborare dati che siano sufficientemente rappresentativi dei fenomeni, ma sopra tutto della difficoltà di una loro interpretazione che non abbia un valore astratto ed assoluto, ma acquisti significato· proprio in rapporto a particolari ragioni storiche. Sono queste ragioni, se opportunamente interpretate, che giustificano la validità di un programma, di· un piano, caratterizzandolo in modo da determinare una continuità tra il passato. e l'avvenire, tra la storia che si è fatta, e la storia che si farà ed alla quale esso contribuisce. · Ogni piano implica una serie di previsioni storicamente giustificate e plausibili, che comunque saranno certamente modificate dagli eventi e dagli interventi dei quali si dovrà tener conto come di altrettanti punti di partenza, per successive più approssimate previsioni. Ciò significa storicizzare la metodologia del piano nelle sue premesse e nel suo farsi, ed è appunto· questa metodologia che lo rende sempre valido e sempre attuale, ma anche, in ogni momento, problematico·: aperto. La problematicità di un piano, cioè, non può mai considerarsi chiusa e definita nel tempo, ma essa è invece tanto più aperta e prospettica,· quanto pi4 il piano si identifica in una direzione e meno in un progetto. È evidente che le possibilità di redigere piani su territori più o meno vasti e popolosi e di porli in atto, e le caratteristiche stesse di essi, la loro· maggiore o minore approssimazione, precisione ed efficacia os~illano tra due poli estren1i: tra un sistema politico di tipo autoritario-- statalistico, da un lato, ed uno di tipo liberistico, dall'altro. Nel primo caso si tratta di preordinare e di regolare gli interventi dall'alto· in modo da correggerne e proporzi/onarne via via gli effetti. Ciò è possibile perché lo Stato possiede in questo caso· tutte le leve di comando. In 33 Bibliotecaginobianco

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