Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Le prospettive· dell'urbanìzzazio11,e camion, essa ha facilitato anche la dispersione degli stabilimenti commerciali ed industriali un tempo più vincolati dalla necessità della vicinanza alle strade ferrate. L'automazione dei lavori di manifattura ha poi reso meno necessaria la concentrazione delle fabbriche intorno ai grossi mercati 4i mano d'opera. Mentre infine l'esodo rurale faceva convergere la popolazione sradicata dalle campagne verso le città, i due strumenti essenziali che avevano determinato la concentrazio-ne· urbana della prima fase della rivoluzione industriale - le fabbriche e i magazzini all'ingrosso e al dettaglio -- davano luogo ad un esodo di attività industriali, dalla grande città verso piçcole. città, o addirittura ·verso incrocj di strade in località rurali. Quest~ultima tendenza all'esodo fuori dai distretti più densamente occupati dagli stabilimenti industriali e commerciali s'è molto accentuata dal 1945 in poi e pro- . . mette d1 accelerarsi in molte città degli U.S.A. Per potersi muo·vere così, costruirsi tante case, fabbriche e depositi nuovi, è necessario che il sistema creditizio e fiscale sja favorevole. La politica del go·verno federale degli Stati Uniti ha molto favorito il diradamento della città. L'europeo non può, come l'ame~cano medio, ottenere una casetta individuale, con giardino in un quadro semirurale, ma anche vicina al suo luogo di lavoro, ad un prezzo ragionevole: da un canto il livello di vita dell'america~o è più elevato; e inoltre il finanziamento gli è offerto a basso iJ.J.teresse, e la fiscalità 19 incoraggia: la casa in grande banlieue si compra come un'automobile e si rivende-, nella maggior parte dei casi, con altrettanta facilità. Infine, l'industria della costruzione edilizia ha saputo essere generosa (e senza dubbio la politica governativa l'ha incoraggiata): l'offerta di alloggi o di costruzioni ad uso industriale è per lo ·meno eguale, e in gene~e ~upe_riore, alla do·manda nella maggioranza delle regioni. Il cliente ha dunque una certa possibilità di scelta. Egli non si stabilisce là dove è obbligato, I.i. - •.• forzato e costretto dai regolamenti o, dalla penuria di locali disponibili. Quest'ultimo caso è ancora troppo frequente in Europa,. soprattutto nelle regioni in espansione econo-mica. I popoli elaborano oggi, nella maggioranza dei paesi del sistema atlantico, ·una p·olitica economica particolare. Se es~i non accordano grande scelta ai singoli co,nsumatori in materia di locali, è_ perché essi, non hanno accettato l'urbanizzazio-ne attuale, il suo volume, il suo ritmo, la sua complessità, come caratteri permanenti o almeno dùrevoli del genere di vita della loro soçietà. In Europa, almeno sul continente, la città era ritenuta una istituzione e un paesaggio stabilizzàti, finiti, completi. Negli Stati Uniti, al contrario, essa non ha cessato •di essere considerata in costante evoluzione, in pi~na fluidità. 17 Bibliotecaginobianco

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