Le prospettive dell'urbanizzazione 1920: i fattori tecnologici, economici e sociali sono molto differenti; e i gusti e le tendenz,e dei consumatori pure. Inoltre, nei paesi in cui la nuova generazione, nata dopo la guerra 1939-45, è più numerosa, i bisogni di questa generazione, accresciuti in quantità e modificati in natura, non si faranno sentire appieno che una volta che essa avrà raggiunto l'età di sistemarsi e di sposarsi. È meglio dunque diffid~re delle proiezioni matematiche semplici. · Il volume dell'urbanizzazione contemporanea comporta aspetti qualitativi che sarebbero senza importanza, se la massa non fosse così grande. Bisogna vedere cosa significano per le scienze sociali quattro ntiove tendenze: in primo luogo, le forme di ripartizione spaziale caratteristiche della nuova città; poi, l'organizzazione recente e ancora imperfetta dei servizi che la nuova ripartizione dell'abitato rende necessaria; in seguito, le esigenze estetiche di questa città dalle forme variabili ed in piena evoluzione che richiedono immaginazione e nuo,ri stili; infine, tutta questa evoluzione morfologica, socio-economica ed anche estetica (il che - in termini d'urbanistica - significa tutto il quadro della vita quotidiana), che impone una ripartizione nuova delle , responsabilità, e dei mezzi per fronteggiarle, in seno alla città. Si tratta quindi di nuove legislazioni non meno che dell'analisi obiettiva dei fattori in gioco e dell'interpretazione delle statistiche. Il compito della modernizzazione delle città, imposto dall'urbanizzazione dei nostri tempi, richiede, perché si possano fronteggiare i bisogni evitando catastrofi o rivoluzioni, una preparazione in cui il ruolo delle scienze sociali è già enorme, crescente e decisivo. Ciò che è stato realizzato _ negli U.S.A., nel campo dello studio come in quello dell'azione, costituisce come ~n laboratorio logico dal quale l'Europa occidentale e altri paesi possono attingere il più gran numero d'insegnamenti. L'uso che l'Europa potrà fare dell'esperienza nord-americana sarà signiiìcativo per giudicare della qualità dell'insegnamento di quest'ultima ~d anche per comprendere le sfumature interne della civiltà occidentale. Struttura a nebulosa della nuova città. - La città fu una volta un nucleo densamente edificato. Non sempre, d'altronde, perché, se questo· fu vero per la maggior parte delle metropoli d'un tempo, e se è vero che esse si circondavano di muraglie per proteggersi e meglio definirsi, vi furono, però, celebri eccezioni, come Sparta, che non aveva mura ed era una grande città costruita -in ordine sparso: basta· leggere Tucidide per ricordarsene. Ma, di regola,- la città è stata, fino all'inizio I di questo secolo, un nucleo denso e chiuso. L'abitato urban·o era sempre un abitato raggruppato, mentre l'abitato rurale poteva essere - secondo 13 Bibliotecaginobianco
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