Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

Le prospettive dell'urbanizzazione vano suscitato varii studii e ricerche che si sforzavano di analizzare e di chiarire i diversi fenome·ni economici e sociali il cui insieme costituiva il processo d'urbanizzazione. Econo·misti, sociologi, geografi, git1risti, psicologi, specialisti di scienze politiche e di medicina sociale hanno esaminato i diversi aspetti di questi problemi, così come architetti, urbanisti e ingegneri civili. La letteratura su questi temi è, ~unque, abbondante e diffusa negli U.S.A. fin dall'inizio del secolo. Tuttavia la parte che i problemi della città 1noderna tengono nel campo generale delle scienze sociali no•n l1a fatto che crescere. Ci si è sempre di più convinti della necessità di considerare l'ambiente urbano nel suo insieme; e per questo compito nessuna delle discipline diverse che si occupavano della città era veramente preparata. Nel corso dell'anno ac- ·cademico 1962-63, però, si sono viste diverse istituzioni america11e (particolarmente qualificate per occuparsi delle questioni urbane, come le grandi organizzazioni di architetti e le grandi scuole di medicina sociale), far posto tra le loro preoccupazioni più urgenti allo studio dell'ambiente urbano 1 • Sviluppando gli studi sui problemi dell'urbanizzazione, gli americani non avevano smesso di far appello alle idee e agli specialisti europei. L'urbanistica americana ha largamente fruito di t1omini e di idee provenienti dalla scuola inglese della « Garden City», da quella tedesca della « Bauhaus », da quella di Le Co,rbusier o da quelle degli architetti finlandesi e italiani; e per lungo tempo è sembrato che queste scuole d'architettura e d'urbanistica riassumessero il pensiero essenziale dei contemporanei sulla nuova città. Sociologi, economisti e geo-grafi non - sembravano interessarsi che ad aspetti particolari, ai sotto-prodotti che sembravano accidentali, ed erano comunque. in generale· spiacevoli, dell'urbanizzazione~ Era convinzione generale in Europa, tran11e forse che i11Gran Bretagna e in Olanda, che la città avesse raggiunto la sua forma definitiva, già troppo pes~nte, troppo sporca, tro·ppo invadente all'inizio del XX secolo; _e che la sua crescita co·ntinua era in certi casi, e soprattutto nel caso delle grandi capitali, un fenomeno nefasto e quindi da combattere. Alcuni saggi di H. G. \Vells e la teoria spèngleriana del « tra-- monto dell'Occidente » ( 1915.) avevano riassunto o ispirato questo atteg-- 1 Vedasi in particolare il mensile « Journal of the American Institute of Architects », Washington, D. C., The Octagon, annate 1962 e 1963 e soprattutto ·il numero di aprile 1963, pagg. 80-94. L'autore del presente articolo ha riscontrato preoccupazioni analoghe alla Graduate School of Public Health cli Pittsburgh e altrove. 11 Bibliotecaginobianco

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