Nord e Sud - anno XI - n. 51 - marzo 1964

... Recensioni mento di fronte nello stile di Vittorio Amedeo II », era l'alternativa che il gerarca fascista poneva al suo re, proclamando la sua ambizio~e di diventare il « Pietro Micca » che nella bisogna si rivelava necessario (pagina 384). E il re diceva di essere « un ·Re costituzionale », e che perciò aspettava « una qualche indicazione ... da organi dello Stato o del Paese, in modo inequivocabile e certo» (pagina 386). Un mese e una settimana dopo questo colloquio, gli alleati sbarcavano in Sicilia, sconfiggendo a11cora una volta le armate· mussoliniane, e ciò finalmente acuiva « una crisi irrevocabile», come osserva giustamente Gianfranco Bianchi. Seguono, nell'opera, le « autocritiche di u11 regime in fase preagonica» (pagine 442-457), in sostanza una serie di espressioni· di quella carenza « totalitaria» di intelletto e di senso comune che sempre caratterizzarono nei tempi ogni manifestazione di pensiero e di azione dei gerarchi fascisti in tutte le gradazioni._ E seguono· altresì le notizie sull'inco·ntro dello sconfitto dittatore fascista col « Fiihrer », lo sbarco del nemico in suolo italiano, una delle conseguenze del quale incontro, secondo dichiarazioni di Dino Grandi all'autore della presente opera, sarebbe stata proprio la convocazione del Gran Consiglio del Fascismo, perché, mentre Hitler denunziava al « duce » il fatto « che egli fosse circondato da traditori nello stesso Governo e in Gran Consiglio», l'accusato decideva di convocare la »massima assemblea costituzionale del regime » per dimostrare a Hitler che il suo sospetto era infondato: onde, secondo il Grandi, « chi spinse Mussolini a convocare il Gran Consiglio fu proprio Hitler e nessun altro all'infuori di lui » (pagina 466). Questa tesi, in sé di scarso interesse, dimostrerebbe comunque di quanta futilità, incoerenza. e inconsistenza ris11lti intessuta tutta quella azione politica che si concluse con l'atto costituzionale del 25 luglio 1943. I precedenti immediati della convocazione del supremo consesso fascista sono illustrati con la narrazione della presentazione a -Mussolini dell'ordine del giorno che Dino Grandi aveva preparato per la seduta, presentazione che fu fatta dallo stesso Grandi e poi da Carlo Scorza, segretario del » partito nazionale fascista»: a quest'ultimo Mussolini si sarebbe limitato a dire che l'ordine del giorno era « inammissibile [ ?] e vile » (pagina 477) [e perché allora lui, che era il solo arbitro della determinazio-ne degli argomenti da discutere, poneva in votazione l'ordine del giorno?], mentre allo stesso Grandi avrebbe dichiarato: « Tra pochissimi giorni la Germania uscirà con una potentissima arma segreta, la quale capovolgerà interamente le sorti della guerra» (pagina 485)! Quell'ordine del giorno, che doyeva raccogliere la maggioranza dei voti nella assemblea fascista, -era stato sottoposto anche a Robertç> Farinacci, il _quale « dichiarò di ,accettare la prima parte dell'ordine del giorno, non le conclusioni», perché « l'essenziale secondo lui ~ra che Mussolini lasciasse il Co-mando delle Forze Armate perché fosse trasferito direttamente al Comando tedesco»! Dino Grandi ha nar:rato al Bianchi che la sera della seduta del Gran Consiglio del fascismo prima di uscire di casa si mise in tasca due bombe a mano «Breda», perché, temendo che Mussolini avesse dato ordine di. arrestare l'autore dell'ordine del giorno di sconfessione, egli era deciso a .non lasciarsi prendere vivo (pagine 506-507). 117 Bibliotecaginobianco

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